Quello tra Milano e le sue due squadre di calcio è da sempre un legame fortemente identitario, un rapporto che si fonda sulla reciproca rappresentanza, espressa con orgoglio e una sobrietà tipicamente nordica. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, le loro parabole sono state opposte. Alla narrazione vibrante di una città in costante crescita, faceva da contraltare quella funerea di due club in decadenza, sprofondati nel limbo della mediocrità.
Oggi che Milano, come tutto il mondo, è intrappolata nella morsa del virus, Inter e Milan si sono finalmente rialzate. Insieme. Sono tornate a illuminare una città costretta a spegnersi, come in un ideale gesto di ricompensa per tutto il tempo in cui sono mancate ed è la stata la città a tenere alto il nome di Milano. Domenica alle 15 giocheranno un derby che vale un pezzettino di scudetto, a dieci anni di distanza dall'ultimo titolo vinto da entrambe. La retorica impone che il derby venga descritto sempre come una partita speciale, diversa dalle altre. Ma questa volta, anche se si giocherà in un San Siro deserto, anche se il calore dei tifosi rimbalzerà sul vetro di uno schermo, sarà davvero un derby speciale.