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Non solo Pecco Bagnaia: a Assen c’è stata la sagra delle prime volte

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

26 giugno 2022

Non solo Pecco Bagnaia: a Assen c’è stata la sagra delle prime volte
La vittoria di Bagnaia ha segnato la rinascita del pilota piemontese e ha riacceso qualche speranza mondiale per la Ducati. Ma oggi a Assen è stata la prima volta di Marco Bezzecchi e del Team VR46 sul podio di una gara di MotoGP e è stata anche la prima volta di Maverick Vinales con l’Aprilia. Di prima volta ce ne è stata pure un’altra: Fabio Quartararo che sbaglia

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Pecco Bagnaia ha vinto il GP d’Olanda a Assen. Bravo, bravissimo, ma in questa domenica sono stati talmente tanti gli spunti da far passare quasi in secondo piano il primo posto del pilota della Ducati e il fatto che, complice la caduta di Fabio Quartararo, il mondiale per lui si è un po’ riaperto dopo il disastro del GP di Germania. A Assen, infatti, è andata di scena la sagra delle prime volte.

A cominciare proprio da Fabio Quartararo. Il campione del mondo francese, infatti, non aveva mai commesso mezzo errore che fosse mezzo. Lo ha fatto oggi e gli è costato caro, anche perché poco dopo i suoi tecnici lo hanno rimandato in pista con il controllo di trazione che non funzionava e l’airbag della tuta che era già scoppiato nella caduta precedente. Ha rischiato di farsi male, ma tutto sommato è andata bene. Ha rischiato pure di rovinare l’amicizia con Aleix Espargarò, ma è andata bene anche qui perché lo spagnolo (che ha fatto una gara pazzesca con un sorpasso da storia della MotoGP all’ultimo giro) che lo ha perdonato proprio subito. L’unico che non si perdona è proprio lui, severissimo con se stesso ai microfoni di Sky: “Ho fatto un errore da esordiente – ha detto Quartararo – E’ solo colpa mia, non so dove pensavo di andare facendo quella frenata lì come se mi stessi giocando tutto all’ultimo giro. Ho sbagliato, ho sbagliato di brutto”. E’ questo lo stato d’animo con cui il francese andrà in vacanza in questa lunga pausa estiva e bisognerà capire, adesso, quanto e quale sarà il prezzo del suo primo errore di stagione.

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Prima volta anche per Valentino Rossi. Il Team Mooney VR46 non era mai salito sul podio della MotoGP dopo la nascita della squadra nell’inverno scorso. Lo ha fatto oggi a Assen, sul circuito in cui il Dottore ha vinto per dieci volte nella sua lunghissima carriera, e lo ha fatto con un pilota allevato in casa, anche lui alla sua prima volta assoluta: Marco Bezzecchi. Sul pezzo sin dal venerdì, Bezzecchi s’è messo subito sulla coda di Bagnaia con la sua Desmosedici 2021 e lì è rimasto per tutta la gara, fino alla bandiera a scacchi, martellando tempi su tempi come uno navigato. Paradosso dei paradossi, Marco Bezzecchi è l’italiano numero 46 sul podio della MotoGP e i segni, nel motorsport, sono qualcosa da non sottovalutare mai. “Quando ho tagliato il traguardo non capivo più niente – ha raccontato il Bez – qualcuno mi ha messo in mano una bandiera di Valentino Rossi con il 46 e ho fatto un altro giro di festeggiamento. E’ quasi stato più emozionante quello del secondo posto messo nel sacco oggi”.

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Prima volta, infine, pure per Maverick Vinales con la sua Aprilia. Se non è una favola poco ci manca, perché Aprilia ha creduto in Maverick Vinales quando probabilmente sembrava non crederci più neanche lui. Gli hanno dato fiducia alla fine della scorsa stagione, dopo la brutta separazione dalla Yamaha, gliel’hanno accordata ancora nelle prime gare di questo 2022 quando tutto andava non male ma malissimo e, poi, gliel’hanno rinnovata proponendogli un contratto di ulteriori due anni, in una MotoGP che invece non aspetta nessuno e brucia sempre tutti. Aprilia, però, agisce diversamente e Maverick Vinales s’è svegliato a suon di schiaffi di fiducia: quasi podio al GP di Germania e, subito dopo, terzo posto di grinta e di coraggio a Assen. “Voglio ripagare Aprilia per tutto quello che ha fatto per me – ha detto lo spagnolo – Oggi ho messo un primo tassello, ma loro sono la mia famiglia ormai e voglio che questo sia solo un inizio”.

Un inizio e una prima volta ancora. Perché, e qui entra in gioco pure il campanile, a Assen nel 2022 il Giappone s’è inchinato all’Italia. Due Ducati davanti a due Aprilia e poi ancora Ducati e una KTM (che comunque è europea) nel mezzo. Roba che solo a immaginarlo, qualche anno anno fa, si poteva finire a essere scambiati per pazzi visionari.

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