La squalifica di tre mesi di Jannik Sinner per il famigerato caso Clostebol sembra già acqua passata. In Italia si parla soprattutto del suo ritorno nel tour, che coinciderà con l'inizio degli Internazionali d'Italia a Roma. Quattro maggio è la data che rimbomba nella mente degli appassionati, perché sarà l'ultimo giorno in cui il numero 1 di Sesto Pusteria dovrà stare lontano dall'agonismo e ritenersi responsabile della negligenza di Giacomo Naldi e Umberto Ferrara, rispettivamente il fisioterapista e il preparatore atletico che Sinner ha licenziato non appena il caso Clostebol è venuto a galla la scorsa estate. Così si guarda già al mille capitolino, pronto ad accogliere in grande stile il rientro di Jannik. Il presidente della Federazione Italiana Tennis Angelo Binaghi, che non ha smentito la notizia secondo cui il Foro Italico si amplierà con nuovi campi nello Stadio dei Marmi progettati già per l'edizione imminente, vorrebbe dotare Sinner, famiglia di Sinner, Cahill, Vagnozzi e il resto del team dell'altoatesino di una suite speciale sui pendii di Monte Mario. "Ci sarà una suite personale per Jannik; dominerà i campi, irraggiungibile per chiunque tranne che per lui e la sua famiglia. Potrà mangiare, rilassarsi, dormire. Sarà il suo Forte Apache al Foro Italico" - ha dichiarato Binaghi al Corriere della Sera.
Tuttavia nelle ultime ore, sul conto di Jannik Sinner, sono emerse nuove rivelazioni. Retroscena che si rifanno però al passato, ovvero alle settimane immediatamente successive al secondo trionfo consecutivo della volpe agli Australian Open: il ritorno in Italia, il grande rifiuto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le giornate di relax sugli sci tra le sue montagne e l'impressione che proprio in quei giorni stesse covando la notizia che poi ha squarciato il mondo del tennis. Le dinamiche che hanno preceduto il patteggiamento tra il team di legali di Sinner e la Wada (agenzia mondiale anti-doping) sono state raccontate da Jamie Singer, uno degli avvocati del numero uno al mondo, nel corso di una recente intervista alla BBC: "È successo tutto in modo incredibilmente rapido, nel giro di un paio di giorni. Quando ho detto a Jannik che avremmo dovuto accontentarci di tre mesi, lui mi ha risposto 'perché dovremmo accettare se il primo tribunale indipendente non mi ha dato alcuna sospensione, perché dovrei accettare tre mesi adesso?'. Il mio consiglio è stato 'Jannik, non si sa mai cosa succederà in un'udienza. Sappiamo che la Wada sta spingendo per un anno, se non accettiamo la loro offerta andranno in tribunale chiedendo un anno e chissà cosa potrebbero fare i tre giudici'. Quindi la possibilità dei tre mesi, secondo me, era da subito una buona possibilità”.
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