Dal parquet rovente della Final Four di Champions League femminile a Istanbul, è nata una rivoluzione silenziosa ma potenzialmente dirompente per tutto il volley europeo. Si chiama WEVCA, acronimo di Women’s European Volleyball Club Association, e unisce dodici tra i club femminili più blasonati del continente in un progetto comune. In testa al gruppo, con la fascia da presidente, c’è Aldo Fumagalli, imprenditore brianzolo e volto già noto nel mondo sportivo per il suo impegno con il Consorzio Vero Volley.
Ma guai a chiamarla “Superlega”, almeno nel senso polemico e divisivo che ha avuto nel calcio. WEVCA non vuole rompere con le federazioni, ma piuttosto instaurare un dialogo forte e strutturato con CEV e FIVB, costruendo un futuro condiviso. L'obiettivo? Rendere il volley femminile europeo più competitivo, attrattivo e sostenibile.

“È per me un vero onore essere stato nominato primo presidente di WEVCA – ha dichiarato Fumagalli – Ringrazio tutti i club fondatori per la fiducia e il supporto. Questo è un momento storico per la pallavolo femminile europea e sono orgoglioso di poter guidare questa iniziativa ambiziosa e unitaria. Questo è un momento storico per la pallavolo femminile europea e sono orgoglioso di poter guidare questa iniziativa ambiziosa e unitaria. Insieme costruiremo un futuro più forte per il nostro sport. Il nostro obiettivo non è solo competere ai massimi livelli, ma anche innovare, ispirare ed emancipare. WEVCA rappresenta cooperazione, eccellenza e progresso. Sono entusiasta di iniziare questo percorso con partner così appassionati e visionari. Grazie per aver creduto in questo sogno condiviso”.
L’associazione, con sede a Bülach (Svizzera), nasce con l’ambizione di creare un ecosistema che vada oltre la semplice competizione: sostenibile dal punto di vista economico, competitivo sul campo e perfettamente integrato nel contesto sportivo globale. Il suo scopo è chiaro: diventare l’interlocutore riconosciuto delle principali istituzioni di governance – dalla CEV alla FIVB – contribuendo alla costruzione di calendari sostenibili, strategie condivise e un ruolo sempre più centrale per i club. Questi ultimi, infatti, puntano a valorizzare il proprio contributo nella formazione delle atlete, nell’ampliamento del pubblico e nella creazione di contenuti sportivi di alta qualità, senza trascurare le opportunità commerciali.
Ancora Fumagalli: “Il nostro obiettivo è costruire un ecosistema sostenibile per il futuro del volley femminile europeo, con una visione inclusiva, innovativa e di impatto sociale. È il momento di lavorare insieme per uno sport migliore e più forte”.
Accanto al Vero Volley di Monza, tra i fondatori ci sono anche la Savino Del Bene Scandicci, i cinque top club turchi – tra cui i potentissimi VakifBank, Eczacibasi e Fenerbahce – due formazioni polacche e due francesi. L’assenza di big italiani come Imoco Conegliano e Igor Novara ha sollevato più di un sopracciglio. Ma i promotori assicurano che la porta resta aperta. E se il progetto saprà dimostrare solidità e risultati, l’espansione sarà inevitabile.
Con parole come sostenibilità, digitalizzazione, empowerment e collaborazione, WEVCA si candida ad essere molto più di una lega: un nuovo modello per tutto lo sport europeo. Non è una fuga, è una presa di posizione. I club vogliono contare, decidere, crescere. E lo fanno senza alzare muri, ma costruendo ponti. In un’Europa sportiva ancora troppo sbilanciata verso il calcio, il volley lancia la sfida con una visione chiara, internazionale, ambiziosa. L’Italia, per una volta, non resta a guardare.
