“M’hai interrotto la partitina a carte al bar, ormai sono un pensionato e ho questi impegni qui”. Carlo Pernat al telefono sembra sempre più in forma rispetto ai mesi scorsi, quando ha dovuto dare un taglio alla sua vita nel paddock per prendersi cura di un corpo che cominciava a dargli qualche problema di troppo. “Forse sarò al Mugello – racconta – ma alla fine ho cominciato a fare l’abitudine anche a questa vita. Un po’ di riposo mi serviva”. Non esserci, però, non significa non essere ancora Carlo Pernat e non avere occhi dentro quel mondo che è stato il suo per tutta una vita. “Te lo dico senza margine di errore – aggiunge – queste sono settimane in cui i telefoni prendono fuoco e gli incontri in gran segreto non si contano. Più volte, anche in passato, mi sono rammaricato che i contratti in MotoGP non valgono più niente e adesso il giocattolo s’è definitivamente rotto. Ormai vale tutto e può succedere tutto perché questa MotoGP è diventata una giungla con più iene che leoni. Conosco Carmelo Ezpeleta e sono strasicuro che tutto questo non gli piaccia neanche un po’, ma anche lui ha due anni più dime, forse non è più così facile ruggire e rimettere le cose a posto”.

L’argomento, manco a dirlo, è il mercato piloti, con il manager genovese che sembra avere una sola certezza. “Secondo me tutte le voci che girano possono essere vere – spiega – ce ne è solo una che mi viene da definire assurda e cioè che Pecco Bagnaia potrebbe rescindere anticipatamente il suo accordo con Ducati per vestire i colori della Yamaha. Se ne parla tanto, ma non ci crederò neanche quando vedrò il 63 su una M1. Che Bagnaia e Ducati si separino è una possibilità, perché niente quando ci sono di mezzo la competizione e i milioni di euro, è per sempre, ma sia Pecco sia Ducati non hanno intenzione di prendere in considerazione l’ipotesi prima della scadenza naturale del contratto. Quando, qualche giorno fa, proprio Pecco ha detto che i contratti vanno rispettati, non credo parlasse solo di Martin e quasi certamente c’era una risposta a chi magari in queste settimane lo ha cercato. E poi parliamoci chiaro: Marc Marquez vorrebbe il fratello nel suo stesso box, se vincerà Ducati dovrà accontentarlo e si potrà aspettare il 2027 per farlo. Martìn? Ho visto che ha partecipato all’evento Aprilia, ma secondo me andrà via e la decisione è già presa al di là delle speranze dei tifosi di Aprilia. Quella clausola sul contratto di Martìn non doveva esserci: è stato un errore. E adesso creerà anche un precedente. Su questo sono stato molto chiaro già a suo tempo”.
Ciò a cui Pernat non crede, però, è che Honda sia andata a bussare alla porta del campione del mondo per strapparlo a Aprilia. “Lo dico da settimane – ha spiegato – sono convinto che sia stato Albert Valera, il suo manager, a proporlo a Honda e quelli di Honda gli avranno sicuramente risposto che se e quando Martìn sarà libero da altri vincoli allora gli proporranno un contratto. Insomma, una componente di rischio c’è e è un po’ un giocare a poker sia da parte di Martìn che da parte di Valera. O davvero pensiamo o che Honda aspetti e lascerà una moto senza pilota fino a settembre? Probabilmente lo spagnolo dovrà decidere se lasciare Aprilia o no prima ancora di poterci salire davvero sull’Aprilia: oltre luglio non si andrà. Se resta a Noale sono contento, ma la vedo quasi impossibile. Ecco perché se fossi Massimo Rivola comincerei a guardarmi seriamente intorno, perché un piano B di assoluto livello ci vuole, anche se Marco Bezzecchi ha già dimostrato di saper vincere”.

Il nome giusto potrebbe essere quello di Enea Bastianini, ma anche per l’italiano bisognerebbe decidere entro luglio. “Conosco bene il contratto di Enea con KTM – ha detto ancora Pernat – ero il suo manager quando l’ha firmato e quindi sono sicuro che clausole e grimaldelli per liberarsi dall’accordo non mancano. E probabilmente qualcosa succederà in KTM. In Tech3, come ormai si dice in via quasi ufficiale, entrerà Gunther Steiner e Hervè Poncharal ha già bussato a tutte le porte per capire con quale moto cominciare la nuova avventura. Qualcuno ha detto Ducati, ma Dorna non permetterà di nuovo che ci siano otto Ducati in pista: restano Yamaha e Honda. E se dovessi scommettere lo farei su Honda, perché vedo che Luca Marini è molto tranquillo circa il suo rinnovo e questo, secondo me, potrebbe significare che Honda sa già di avere la possibilità di due selle in più. KTM, ammesso che trovi le risorse per andare avanti, lo farà nel 2026 con due sole moto, così da risparmiare un po’ e tenere buoni quei creditori che invece chiedono a gran voce di uscire dal Motomondiale. Se Tech3 dovesse diventare un team Honda allora potrebbe starci anche che Enea resti lì. Altrimenti per Enea potrebbe aprirsi qualche porta anche in Yamaha, perché mi risulta che Alex Rins potrebbe andare via a fine stagione, nonostante il contratto, e che anche Miguel Oliveira, che è con Pramac, è a rischio. Anzi, paradossalmente è più a rischio di Jack Miller, che invece ha un contratto in scadenza”.
I conti, però, continuano a non tornare e nella scacchiera che Pernat ipotizza c’è sempre qualche pedina di troppo. “Secondo me Raul Fernandez è già fuori dalla MotoGP – conclude il manager genovese – Anche Rins se rescinderà con Yamaha dirà basta, visto che comunque la gamba infortunata anni fa non è mai davvero guarita. Quindi selle ce ne sono, c’è solo da capire che piega prenderanno le due grandi questioni: Martin e Aprilia da una parte e KTM dall’altra. Luglio sarà decisivo. Pedro Acosta? Tutti danno per scontato che guiderà una Desmosedici nel team di Valentino Rossi, ma è giovane e non mi sorprenderei se decidesse, con un accordo già in tasca per il 2027, di dare fiducia per un altro anno a KTM soprattutto se, come si dice, RedBull prenderà in mano la squadra mettendo anche a diposizione uomini della Formula1 oltre che risorse importanti. Comunque si parla tanto della crisi di KTM, ma mi risulta che anche altre squadre sono economicamente in affanno, quindi prepariamoci davvero a qualche grossa sorpresa”.
