Antonio Cassano è l’emblema del talento sprecato, di qualcuno che poteva fare di più: “se solo avesse avuto la testa…”. Quante volte abbiamo sentito o letto delle “cassanate”, come le chiamava Fabio Capello, che rovinavano l’immagine di un giocatore incredibile. La tecnica, la creatività e l’intuizione: Cassano aveva tutto questo e l’ha dimostrato a ogni livello. Da giovanissimo con il Bari e la Roma, poi alla Sampdoria, al Milan e all’Inter. Passando per la squadra più forte del mondo, il Real Madrid, dove ancora se lo ricordano per la pelliccia indossata il giorno della presentazione. Con i blancos non riuscì a incidere: troppo grande il club di Madrid e troppo immaturo il fenomeno barese. Trovò la sua dimensione a Genova, dove riuscì, affiancato da Giampaolo Pazzini, a portare la Sampdoria in Champions League. Seguirono colpi di tacco, gol da centrocampo e un Europeo vissuto da protagonista. Era il 2012 e la coppia d’attacco era formata da Mario Balotelli e, appunto, Cassano. Due mine vaganti che, forse proprio perché così simili, si intendevano a meraviglia: la lingua dei fenomeni è la stessa. L’Italia perse in finale contro una Spagna ingiocabile, ma le giocate dei due restano negli occhi di chi li ha visti. Ora Antonio è uno dei conduttori della BoboTv insieme ai colleghi Daniele Adani, Nicola Ventola e Christian Vieri. Parlano di calcio, quello con la “f”, attenti alla qualità e all’estro dei giocatori. A loro non basta il fisico, l’intensità: vogliono la magia. Quella di Zinedine Zidane o Lionel Messi. Del secondo, tra l’altro, è un grandissimo ammiratore: uno dei suoi due figli, avuti insieme alla pallanuotista Carolina Marcialis, si chiama proprio Lionel in onore del numero dieci argentino. L’altro figlio, Christopher, è già un calciatore. Sono usciti alcuni video in cui fa già vedere delle cose interessanti in campo. La classe ricorda quella di suo padre, ma quello che deve essere diverso è l’atteggiamento. Magari la carriera del giovane Cassano supererà quella di Antonio. Per ora, però, possiamo solo fare delle ipotesi. Sperando che il carattere di Christopher non lo porti a fare troppe "cassanate".
Christopher Cassano è nato nel 2011 e dal 2020 gioca nell’under 11 della Virtus Entella. Con i giovanissimi della squadra ligure sta già facendo parlare di sé: impossibile non rivedere alcuni spunti di suo padre. Per Antonio, l’Entella è una squadra importante: quando nel 2018 si era già ritirato, si allenò per un periodo con la Virtus, lasciando sognare i tifosi per un suo possibile ritorno. Un sogno, però, che non si realizzò. Ora c’è un altro Cassano che sta facendo parlare di sé. Già l’anno scorso Christopher aveva sorpreso tifosi ed esperti con una tripletta contro la Sampdoria, la squadra con cui suo padre aveva troncato i rapporti. Nel video di uno dei suoi gol lo vediamo scattare anticipando il difensore e, dopo aver controllato la palla, calciare rasoterra alla destra del portiere.
In un’altra occasione, durante un torneo giovanile, Christopher ha fatto vedere che sia la velocità che il dribbling sono già tra le sue specialità. Nella prima azione del video recupera palla nell’aerea avversaria per poi liberarsi con una veronica e chiudere con un tiro di punta da vero attaccante. Poco dopo è inquadrato mentre scatta da centrocampo e, tenendo a distanza il proprio difensore, calciare rasoterra sul palo lontano. Oltre agli slalom di pura tecnica, però, Christopher sembra non aver paura neanche dello scontro fisico: per segnare l’ultimo gol del video va a contrasto con un difensore e poi anticipa con un pallonetto il portiere avversario, che gli frana addosso.
Una sua caratteristica, però, salta agli occhi: Christopher calcia benissimo in porta. Ancora ripreso da sua madre Carolina, segna quattro gol bellissimi in una partita. Tutti di destro, senza lasciare al portiere il tempo di reagire. In un’altra partita dello stesso torneo, segna altri due gol, chiudendo con sei gol in sole due partite. Non solo dribbling e fantasia, quindi, ma anche finalizzazione.
Pare che il giovane Cassano sia diverso da suo padre: Fanpage.it parla di lui come un bambino molto tranquillo e che pensa solo a giocare e divertirsi. La prospettiva di vedere un altro Cassano nel nostro campionato, dunque, è concreta. È ancora presto (Christopher ha solo 13 anni), ma sperare non costa niente. Senza pressioni, con leggerezza: gli auguriamo, soprattutto, di non farsi consigliare da suo padre l’outfit da sfoggiare a una presentazione.