Ha 17 anni, arriva dalla Nadal Academy, è nato ad Avezzano ma cresciuto a Roma, e si sta prendendo la scena. Jacopo Vasamì, classe 2007, è la nuova stella del tennis azzurro, e il suo debutto a Wimbledon Junior non è passato inosservato. Al primo turno ha battuto il britannico MacKenzie, dimostrando solidità, carattere e una buona predisposizione per l’erba. E lo ha fatto con la consapevolezza che questo è il suo ultimo torneo nel circuito junior: “È stata una partita complicata”, ha racconta a Libero dopo il successo. “Lui era forse il peggior avversario tra i non testa di serie, con cui ho già giocato e fatto fatica più volte. Su erba è ancora più pericoloso, perché serve davvero bene”. La tensione si è sciolta solo con l’abbraccio liberatorio a fine match: “Sì, lo era. Era il mio ultimo torneo junior individuale e l’esordio in uno Slam non è mai semplice. C’era anche un po’ di tensione, ma ci tenevo tanto a fare bene”. Sul campo Vasamì è aggressivo e ama comandare il gioco: “Mi considero un giocatore aggressivo, a cui piace comandare lo scambio. Il mio gioco si adatta alle superfici veloci, anche se sono cresciuto sulla terra”.

Ma Wimbledon ha lasciato un segno: “Mi sto trovando molto bene. Anche se noi junior giochiamo pochissimo sull’erba, sento che il mio tennis si adatta. Certo, la terra resta la mia base, ma con il tempo mi piacerebbe essere competitivo su tutte le superfici”. Il 2025 è stato un anno importante nella sua crescita, e la vittoria al Bonfiglio è stata la conferma di un percorso in ascesa: “È stato un passo dentro un percorso graduale. Il Bonfiglio è stato speciale. Era da tanto che non giocavo un torneo junior, farlo a Milano, da italiano, e vincerlo è stato molto bello”. Nel frattempo, Vasamì ha cominciato ad affacciarsi al mondo del professionismo, partecipando ai primi Challenger: “Mi sento competitivo. Ho scelto di non lasciare del tutto il circuito junior, ma nei Challenger ho fatto buone partite, anche quelle perse mi hanno dato fiducia. Non vedo l’ora di concentrarmi solo su quel livello”. E Wimbledon, che impressione gli ha fatto alla prima esperienza? “Era l’unico Slam che mi mancava. Mi è tornata la tensione che non provavo da tempo. Wimbledon fa impressione. Ha un’aura tutta sua”.

Il tennista, che si definisce “romanissimo” pur essendo nato ad Avezzano, sente forte il legame con gli altri azzurri del circuito: “Mi ha fatto molto piacere che Cobolli sia venuto a vedermi. Negli ultimi mesi abbiamo legato. Con Vavassori ho un bel rapporto. Con Sonego e Musetti ci ho giocato. Ammiro tutti i ragazzi italiani, hanno fatto percorsi incredibili”. Fuori dal campo, la vita di Jacopo è scandita dal tennis e dai lunghi viaggi: “Mi sono diplomato e negli ultimi mesi il tennis ha preso il sopravvento. Viaggio molto, ho meno tempo per svaghi. Però quando posso sto con gli amici e la famiglia”. E il futuro? Dove si vede tra tre anni? “Spero di giocare questi tornei da professionista, tra i grandi. Non so se sarò nei primi 50, è difficile dare un numero, ma voglio competere ad alto livello. Questo è l’obiettivo. Ora però penso solo a Wimbledon e ad andare il più lontano possibile”. Con la maturità tecnica e personale che sta dimostrando, il futuro di Vasamì sembra già scritto.