È un addio? No, ma la sensazione è che Stefanos Tsitsipas sia arrivato a un punto di rottura. L’eliminazione al primo turno di Wimbledon 2025, arrivata con un ritiro contro il francese Valentin Royer, è stata solo l’ultima tappa di un percorso fisicamente logorante e psicologicamente destabilizzante. “Sto combattendo molte guerre in questo periodo. È davvero doloroso vedermi in una situazione come questa”, ha ammesso in conferenza stampa. Il greco, due volte finalista Slam, sceso al numero 26 del ranking mondiale, ha parlato di “un problema continuo” che “non sembra attenuarsi”, facendo intendere che il suo futuro nel tennis professionistico è seriamente in bilico: “Non lo so davvero. Mi sento come se fossi rimasto senza risposte. Ho provato tutto. Ho fatto un lavoro incredibile con la mia forma fisica, con la fisioterapia. Ma niente è cambiato”. Il dolore alla parte bassa della schiena lo perseguita da anni: “È uno di quegli infortuni che non puoi prendere alla leggera. Il tennis è uno sport fatto di rotazioni: se non puoi ruotare, non puoi giocare”, ha spiegato. “È esattamente quello che ha vissuto anche Arthur Fils al Roland Garros. Un infortunio insidioso, difficile da eliminare”.

Parole dure anche sul piano personale: “Mi sento stanco. Stanco di rincorrere sempre qualcosa. Per questo ho bisogno di prendermi giorni per pensare, per decidere cosa fare del mio futuro. Stare in campo così non è quello che voglio. Non è tennis”. Nemmeno il lavoro con Goran Ivanisevic, iniziato da poco, è riuscito a dargli quella spinta che cercava: “Con Goran ci stiamo divertendo molto, è fantastico. Ma anche se lui mi dà tutta la fiducia del mondo, se non sto bene con me stesso e con il mio corpo, allora non posso davvero mostrare nulla. È frustrante”. E ancora, su come si è preparato: “Pensavo di avere buone possibilità qui a Wimbledon. Stavo giocando bene, mi sentivo bene. Poi tutto è cambiato. C’è stato un giorno in cui non stavo bene e da lì sono iniziati i dubbi. Mille perché, mille domande”. Poi, l’ennesima conferma che la crisi è profonda: “Ho parlato tante volte della salute. E se la salute non c’è, tutta la tua vita da tennista diventa miserabile. Io, come persona, ho un limite. E se vedo che le cose continuano così, non ha senso competere. A un certo punto dovrò avere una risposta definitiva: continuare oppure no”. È il momento più difficile della carriera di Tsitsipas. E stavolta, forse, non basterà una pausa.