Alexander Zverev ha provato a tenere tutto dentro, soprattutto perché erano in molti a chiedersi che cosa gli fosse successo, perché i risultati sul campo non arrivassero più. Ma alla lunga il peso è diventato troppo. Il crollo al primo turno di Wimbledon contro Arthur Rinderknech è stato solo l’ultimo anello di una catena che si era spezzata mesi prima. Più precisamente in Australia, a gennaio, quando Jannik Sinner lo aveva travolto in semifinale in tre set. Da lì in poi, il buio. Lo ha ammesso lui stesso in un’intervista a Tennis365: “Non ho dato a me stesso, al mio corpo e alla mia mente il tempo di accettare quello che era successo. Ho continuato a giocare e ho avuto un piccolo esaurimento a metà stagione”. Un crollo non tanto fisico quanto mentale, che ora Zverev racconta. E che dopo l’eliminazione di martedì assume contorni ancora più preoccupanti. Il tedesco, ex numero 2 del mondo, ha confessato per la prima volta di sentirsi profondamente svuotato. “Non mi sono mai sentito così vuoto prima. Mi manca la gioia, mi manca la gioia in tutto quello che faccio. Non si tratta necessariamente di tennis. Mi manca la gioia anche al di fuori del tennis”.

Zverev, oggi numero 4 del ranking ammette che “forse per la prima volta nella mia vita ho bisogno di aiuto. Ho attraversato molte difficoltà. Nei media, nella mia vita personale. E anche quando vinco, come a Stoccarda o Halle, non è la stessa sensazione di prima. Non provo più quella felicità assoluta, quella motivazione di continuare. Non è più la stessa cosa”. Parole che lasciano poco spazio all’interpretazione e che arrivano dopo quelle di Berrettini prima e Tsitsipas poi. Lo scollamento tra risultati e benessere mentale è evidente, e il tennis, in tutto questo, sembra diventato quasi un peso. “Anche quando vinco non provo più la stessa cosa. È la prima volta nella mia vita che sento questo vuoto. È come se andassi a dormire senza voglia di svegliarmi il giorno dopo, senza entusiasmo per ciò che mi aspetta. Credo che tutti l’abbiano provato almeno una volta, indipendentemente dal lavoro che fanno. Ma per un atleta è devastante”. Il riferimento alla semifinale con Sinner è chiave: quel match, in cui Zverev era andato vicino a raggiungere la sua prima finale a Melbourne, ha creato una voragine.

E a queste si sono aggiunti mesi di stress, aspettative e, non ultimo, una lunga serie di problemi giudiziari e mediatici che hanno minato la sua serenità. Una somma che ora lo spinge a considerare un passo che fino a ieri non sembrava nemmeno contemplabile: farsi aiutare: “Non so come rispondere a certe domande. Mi sento esausto, come se stessi lottando ogni giorno contro qualcosa che non riesco nemmeno a definire. La pressione, le aspettative, tutto si somma. È un periodo complicato e forse ho solo bisogno di fermarmi per un po’, capire cosa voglio davvero”. Con questa uscita precoce da Wimbledon, Zverev si prenderà adesso una pausa. Il tour riprenderà a inizio agosto con la stagione americana sul cemento, e l’obiettivo è ritrovare sé stesso prima ancora che il tennis.