58 minuti, anzi una manciata di più considerando il recupero del primo tempo: Yacine Adli, a Cagliari, ha disputato la sua prima partita stagionale da titolare con il Milan – in realtà la prima stagionale in assoluto: sino a mercoledì si era alzato dalla panchina al massimo per un po’ di riscaldamento – e tanto gli è bastato per finire sulla bocca di tutti. Anche perché, in un casuale incrocio di inquadrature televisive in mixed zone, il carico ce l’ha messo l’allenatore della Salernitana, Paulo Sousa, già suo ex tecnico a Bordeaux, che lo ha accostato a Zinedine Zidane per “creatività e qualità tecnica”. Boom.
Chi è Adli
Classe 2000, francese di nascita e di origine algerine, cresciuto nel sobborgo parigino di Villejuif, dopo gli inizi nella scuola calcio locale Yacine Adli è entrato a far parte del settore giovanile del Paris Saint-Germain, con il quale esordì nemmeno maggiorenne in Ligue 1 (unica presenza ufficiale nel Psg) per poi passare, nel gennaio del 2019, al Bordeaux. Fisico longilineo che solo negli ultimi anni ha aggiunto massa muscolare, ottima tecnica di base, destro naturale di buone doti atletiche e buona corsa, nei Girondins ci ha messo pochissimi mesi per diventare titolare e calamitare, ventenne, l’attenzione di diversi club europei, giocando principalmente da mezzala o trequartista.
Dal Bordeaux al Milan
Accolto da Maldini e Massara, accanto a lui nella prima foto ufficiale da calciatore rossonero, in realtà Adli sarebbe rimasto al Bordeaux anche per la stagione 2021-22 (allenato prima dall’ex laziale Petkovic e poi da Guion), perché l’accordo tra i due club prevedeva restasse in prestito per un anno. Sarebbe arrivato a Milano, per restarvi, solo l’estate seguente. Nel 2021 il Milan lo ha acquistato a titolo definitivo, spendendo circa 8,5 milioni di euro, facendogli firmare un contratto quinquennale (il massimo previsto dai regolamenti federali), con scadenza al 30 giugno 2026.
Da esubero a regista titolare
Adli è diventato parte della rosa di Pioli nella stagione 2022-23, quando però il Milan si era innamorato, nel suo ruolo, di un giovane belga classe 2001, Charles De Ketelaere, il cui costo di circa 35 milioni lo metteva, di diritto, davanti ad Adli nelle gerarchie. Tra l’altro, Pioli in quella zona del campo si era ormai abituato a schierare Krunic. Così, nel corso della stagione, poco alla volta De Ketelaere è finito ai margini, mentre il franco-algerino in realtà ai margini era sempre rimasto: appena sei presenze in campionato per lui, una sola da titolare e cinque spezzoni per un misero totale di 140 minuti. La scorsa estate, in vista di un cambio di sistema di gioco e con diversi cambiamenti tra centrocampo e trequarti in sede di mercato, Pioli aveva fatto sapere ad Adli che non rientrava nei piani, paventandogli una cessione in prestito. Il franco-algerino era stato cercato proprio dalla Salernitana, su precisa indicazione proprio di Paulo Sousa, ma il ragazzo ha scelto di rimanere nonostante per lui si profilasse, almeno in apparenza, un’altra stagione in panchina. E, infatti, il primo mese di campionato Adli ha visto solo panchina. Poi, a Cagliari, Pioli ha deciso di schierarlo titolare come regista, in una posizione più arretrata rispetto a quelle a cui era abituato, dopo averlo provato a lungo in quella zona in allenamento. Primo esperimento riuscito, e ora Adli potrebbe giocare titolare anche contro la Lazio.
Paulo Sousa e l’hype sul “nuovo Zidane”
Al di là delle parole di Paulo Sousa, l’hype di “nuovo Zidane” – che non è e non sarà – in realtà accompagna Adli da diversi anni, anche solo per una serie di rimandi che, inevitabilmente, riportano a Zizou. Si parte dall’aspetto anagrafico: le origini franco-algerine, certo, ma anche il nome completo, che è Yacine Zinedine Adli. Si passa poi agli aspetti tecnici, fisici e tattici, da una morfologia tutto sommato simile a quella di Zidane, a un talento tecnico oggettivamente di alto livello, sino alla comune propensione (almeno iniziale) ad agire come centrocampista offensivo. Poi, come se non bastasse, c’è il passaggio dal Bordeaux a una storica grande d’Italia, esattamente come accadde per Zizou. Coincidenze. Ma le coincidenze, nel calcio. fanno letteratura.