Andy Díaz, classe 1995, cubano d’origine ma finalmente naturalizzato italiano, la sua è una storia particolare, di riscatto, di un viaggio che ha trovato nella nostra nazione il suo posto felice, dove è riuscito ad esprimere tutto il suo talento. Lui che a soli nove anni, sull’isola di Cuba, grazie alla mamma entrò per la prima volta in un campo di atletica dove dopo aver provato sia salto in alto che in lungo, riuscì a trovare la sua strada nel salto triplo. Una carriera che con la delegazione cubana tocca l’apice ai Giochi di Tokyo 2020, dove seppur convocato non può gareggiare a causa di un infortunio. Dopo questo momento complesso sceglie di abbandonare il suo paese natale per poter inseguire i suoi sogni e per realizzarsi soprattutto come atleta, percorso simile a quello dei suoi connazionali, i triplisti Pedro Pichardo principale avversario alle Olimpiadi parigine, Jordan Díaz, ma anche Yaimé Pérez o Yasmani Copello.
Lui che ha scelto di abbandonare la sua terra nel 2021 e che non può tornarci perchè considerato “disertore”, ha dovuto scavalcare anche un’altro scoglio, l’ottenimento della cittadinanza italiana. I primi mesi della sua permanenza italiana li ha passati come senzatetto davanti all’ufficio immigrazione, poi contatta via Instagram proprio quello che diventerà il suo allenatore, scrivendogli: “Sono a Roma, ho bisogno di aiuto”. Fabrizio Donato, bronzo olimpico nel salto triplo a Londra 2012, ricordandosi di lui e del suo talento, i due si erano incontrati proprio in campo gara, lo aiutò. L’allenatore in una recente intervista rilasciata ai canali Olimpici disse: “La prima volta che ci siamo visti con Andy è stata a un Campionato del mondo indoor, dove entrambi eravamo atleti, eravamo avversari. Il destino ha voluto che ci scontrassimo come avversari e, pur non conoscendoci, a distanza di anni, ci rincontrassimo e ci conoscessimo”, tanto da aprire il suo cuore ospitandolo a casa sua e scegliendo di allenarlo.
Un gioco del destino che ha scelto di unire due persone accomunate dalla stessa passione e da lì un percorso fatto di tappe, prima la riassunzione dello status di atleta e poi la tanto desiderata cittadinanza italiana che consegue nel febbraio del 2023, in virtù dei meriti sportivi, nel febbraio 2024, poi l’entrata nei Gruppi Sportivi Fiamme Gialle dopo aver gareggiato con la Libertas Unicusano Livorno. Nel 2023 infatti si laurea campione italiano assoluto, così come nel 2024, oltre a vincere la tanto ambita Diamond League e il Golden Gala Pietro Mennea.
Il suo personal best è di 17.75 realizzato al Golden Gala di Firenze, superando il precedente record nazionale, 17.60 stabilito nel 2000 dal suo stesso allenatore. Oltre alla pista, le sue altre grandi passioni sono il ballo e la cucina romana, il suo mantra è “Sono nato pronto” una frase chiave in tutto il suo percorso che gli ha permesso di non arrendersi, di continuare il suo sogno che ora sta per iniziare. L’Olimpiade di Parigi 2024 sarà la prima occasione per Andy di vestire la maglia azzurra, insieme agli altri azzurri Ihemeje e Della Valle. Un momento emozionante che lo vedrà tra i favoriti nella competizione più importante per ogni atleta, con l’ambizione di sognare in grande, perché i risultati sono dalla sua parte. La sua storia ci ricorda ancora una volta che i sacrifici, il duro lavoro e le scelte difficili vengono sempre ripagati, perché alla fine quello che conta è il viaggio non la destinazione.