Il podio di Silverstone: Enea Bastianini, Jorge Martín e Pecco Bagnaia. A seguire Marc Marquez e Fabio Di GIannantonio, con quest’ultimo che probabilmente avrebbe avuto la meglio con un giro in più. In sostanza, il (lunghissimo) tracciato britannico ci ha detto una cosa: Ducati è la moto che vorresti guidare, al punto che delle prime 10 moto al traguardo 8 sono costruite a Borgo Panigale. Non solo però, a impressionare di più è il fatto che sul podio siano state state parcheggiate tre GP24, moto ufficiali a disposizione esclusivamente del Team Lenovo e di Prima Pramac.
Ora: a inizio anno i piloti minimizzavano le differenze tra una moto e l’altra, parlando come sempre di una coperta corta in cui ogni progetto premiava specifiche diverse. Jorge Martín tra una sessione e l’altra aveva addirittura dichiarato di preferire la vecchia moto. Poi però la GP24 è stata sviluppata e compresa (Pecco Bagnaia ci ha detto di aver svoltato nel venerdì di Jerez) e le differenze hanno cominciato a farsi notare. Così arriviamo a metà stagione con Marc Marquez, Fabio di Giannantonio e gli altri piloti con una GP23 sempre meno felici della situazione in cui si trovano.
“Per me la moto è diversissima”, ha detto Marc Marquez dopo la gara quando gli abbiamo chiesto della GP24. “Ho finito davanti ad Aleix Espargarò con l’Aprilia, davanti a Diggia e davanti a mio fratello Alex, quindi la prestazione c’è, sono il primo con la GP23. Però sembra che in alcune piste le GP24 siano velocissime, specialmente quelle in cui ci sono dei lunghi rettilinei, con l’abbassatore 2024 si fa molta differenza in termini di velocità massima”.
Marc (e Fabio) avevano parlato di questa differenza tecnica anche al Mugello, dove a volte la loro GP23 toccava terra in uscita dalla Bucine per sfruttare l’abbassatore fino all’ultimo millimetro, cosa che con la GP24 non si è costretti a fare. “Al momento, credo che con la GP23 paghiamo quattro o cinque secondi nel lasso di una gara”, ha aggiunto Marquez. Che, dividendo per i 20 giri di Silverstone, significa perdere qualcosa come due decimi e mezzo al giro rispetto alle GP24. In questo mondiale, un’enormità. “In Austria sarà dura”, ha quindi concluso Marquez. “Ma il nostro obiettivo sarà chiudere tra i primi cinque e se possiamo lottare per il podio come abbiamo fatto in altre gare”. Di base quindi, Marc Marquez ci ha suggerito che per vedere un risultato “a parità di moto” tra lui e i piloti sul podio dovremmo togliere cinque secondi al suo tempo. In questo caso, considerando che ha finito a sei secondi e nove da Bastianini, avrebbe chiuso terzo davanti a Bagnaia. Le corse però si fanno in pista, non alla lavagna.
Eppure qualcosa di molto simile ce lo ha raccontato Fabio Di Giannantonio, che partiva dalla 10° posizione ed ha chiuso 5° dopo una lunga battaglia con Alex Marquez: “Abbiamo fatto un garone e sono contento. Quello che mi manca adesso è avere una moto come quella degli altri. La GP23 come si vede può metterti nei primi cinque, però per stare veramente coi primi è difficile”. Le differenze, secondo il pilota romano, sono soprattutto in inserimento curva: “La GP24 è migliore nella parte finale dell’ingresso curva, quando tagli per andare alla corda. La nostra moto lì spinge un po’ di più mentre quella gira meglio, così guadagni sia a centro curva che in uscita”.
Così, mettendo insieme le parole (e le frustrazioni) di Marquez e Di Giannantonio capiamo una cosa: la GP24 è migliore in ingresso, percorrenza e uscita perché spinge meno, ma è migliore pure in accelerazione perché riesce a sfruttare al meglio l’abbassatore. Per recuperare qualcosa resta la frenata, perché in tutte le altre situazioni sembra che la moto nuova abbia un buon vantaggio.
Tutto questo Gigi Dall’Igna ce lo aveva raccontato in tempi non sospetti, ai primi di gennaio: lì, alla presentazione della moto a Madonna di Campiglio, aveva già parlato di un importantissimo passo in avanti, che come succede sempre si è dimostrato più evidente con il passare dei GP. Ironicamente per Fabio e Marc tutto si risolverà il prossimo anno, quando entrambi avranno a disposizione una GP25. Certo è che rispetto a inizio stagione l’atteggiamento di Marc Marquez è molto cambiato: ad un certo punto di quest’anno ha scoperto che per tornare a vincere il mondiale non basta una Ducati, serve quella di Pecco Bagnaia. E se sarà sufficiente a questo punto è troppo presto per dirlo.