La clamorosa doppietta di Enea Bastianini a Silverstone riapre la lotta mondiale di questa MotoGP ad un terzo pilota. E, com’era prevedibile, torna a mettere in discussione la scelta di mettere sotto contratto Marc Marquez per le prossime due stagioni. È un dubbio legittimo anche andando oltre al risultato al GP di Gran Bretagna, dove Enea Bastianini e Jorge Martín sono arrivati davanti a Pecco Bagnaia e Marc Marquez. A questo proposito Gigi Dall’Igna ha parlato molto chiaro al microfono di Giovanni Zamagni per Sky: “Le critiche? Sono comunque estremamente contento per Enea, purtroppo dovevamo scegliere un pilota su tre e abbiamo scelto un pilota diverso, ma tutti e tre avrebbero comunque meritato di vestire i panni del team ufficiale. È stata, come ho sempre detto, una scelta molto difficile, sia dal punto di vista professionale e sportivo che da quello umano. È chiaro che sono qui anche per ricevere le critiche e le accetto, come è giusto che sia”. Asciutto, chiaro e onesto come al suo solito.
Quello che Dall’Igna non ha detto però, è che proprio con gare come questa si capisce l’enorme potenziale raccolto da Ducati per 2025 e 2026: godiamoci questo mondiale, perché il prossimo potrebbe essere molto meno combattuto e incerto. Il perché è presto detto: Ducati ha di gran lunga, anche a Silverstone, la miglior moto della griglia. KTM è dovuta tornare sui suoi passi e ad Aprilia manca qualcosa sia tecnicamente che in termini di piloti, visto un Maverick Vinales sperduto e un po’ demotivato e un Aleix Espargarò sempre più vicino al ritiro. Non solo: l’anno prossimo sia Jorge Martín che Enea Bastianini dovranno adattarsi a moto, squadra e ambiente diversi, il che nel migliore dei casi richiederà qualche Gran Premio, tutto tempo in cui i piloti Ducati possono prendere vantaggio.
Rispetto a quest’anno poi, di moto ufficiali Ducati ne schiererà soltanto tre, offrendo la GP25 di Marquez e Bagnaia anche a Fabio Di Giannantonio. La competizione interna sarà quindi più facile da gestire e quella esterna probabilmente anche di più.
È difficile aspettarsi vere e proprie rivoluzioni dalle case nei prossimi due anni considerando che nel 2027 vedremo un grande cambio regolamentare. È più possibile, invece, che Dorna, IRTA e MSMA si accordino per una sorta di congelamento dello sviluppo nel 2026, in modo da facilitare gli investimenti per l’era delle 850cc.
In breve: è vero che Ducati perde due piloti, ma è anche vero che perde due contendenti al titolo che non corrono nel team interno. Se Marc Marquez fosse rimasto in Gresini lo avrebbe fatto solo con una moto ufficiale e sarebbe stato un problema. Stessa cosa per Enea Bastianini, il quale con la moto adatta avrebbe potuto anche accettare di fare un piccolo passo indietro.
Così invece Ducati si è praticamente assicurata i mondiali 2025 e 2026 e lo ha fatto con un ragionamento chiaro, semplice e difficile da contestare: prendi i due piloti più vincenti in attività e dai loro la moto migliore. Qualsiasi altra scelta necessiterebbe di più parole, più spiegazioni e più ragionamenti.
Piuttosto che rammaricarsi per il 2025, dove con tutte le probabilità sarà una vera lotta a due tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez, Ducati ha un problema nel 2024: dei tre piloti che si stanno attualmente giocando il mondiale, solo uno rimarrà l’anno prossimo. L’idea che la tabella col numero 1 finisca in KTM o in Aprilia, invece deve fare male. Anzi, malissimo. Ma è tutto nelle mani di Francesco Bagnaia.