Benedetta Pilato, classe 2005 e talento da vendere, colpisce fuori dalla vasca per una cosa: il sorriso luminoso che le incornicia il viso in tutte le occasioni, distinguendola dai tanti atleti che - segnati dalla concentrazione - mostrano raramente la propria gioia. Ma la carta d’identità - che ci restituire l'imagine di una giovanissima nuotatrice - non è l’unica a parlare così chiaro, lo sono anche i suoi isultati. Ad esempio quello di essere, all’età di quattordici anni e sei mesi, l'atleta azzurra più giovane a debuttare in un campionato mondiale, battendo il record di precocità di niente meno che Federica Pellegrini. Nativa di Taranto, una vita nella città pugliese dove si è allenata e che l’ha portata a grandi traguardi. Da mondiali ad europei passando per l’essere la prima nuotatrice pugliese a centrare la competizione a cinque cerchi.
Già nel 2019, il talento chiaro a pochi è arrivato agli occhi di tutti. L’esordio ai Campionati europei giovanili di Kazan vincendo l’oro nei 50 rana, stile che predilige e firmandone il record della competizione. Sempre nello stesso anno, debuttò ai campionati del mondo di Gwangju dove stabilì il record italiano, piazzandosi al secondo posto. Inoltre ai Campionati Europei in vasca corta di Glasgow vinse la medaglia d'oro nei 50 m rana, un nuovo record italiano e record mondiale giovanile. Alla ripresa post Covid-19 ai campionati europei di Budapest ha firmato il nuovo record del mondo sui 50 metri rana, conquistando poi la medaglia d’oro.
Ma non solo, la pandemia ha rimandato l’evento più importante per uno sportivo, ma nel 2021 tutto sembrava pronto, Benedetta lo era, così parlavano i risultati ottenuti. Ogni gara è una cosa a sé, e non sempre le cose vanno come si sono sognate. Tokyo, 2021, in acqua per la batteria dei 100 metri rana, una gara complicata ma un finale amaro che dice: "Squalifica". Oltre una gara sottotono anche la beffa del risultato e una conclusione anticipata di quello che poteva essere la realizzazione di un sogno. Alle interviste si è mostrata senza parole ma ha dovuto trovarle, poche ma dirette: “Non so che cosa abbia fatto per poter essere squalificata, ora ricontrolleremo. Ho fatto una gara orribile, bruttissima. Mi sentivo davvero stanchissima mentre nuotavo. Mi sentivo molto bene nel riscaldamento, francamente non ne ho idea”. Il motivo della squalifica? Una gambata irregolare, la cosiddetta "delfinata" che in un attimo ha concluso il suo percorso alle Olimpiadi di Tokyo.
Delusa e amareggiata, perchè la competitività scorre nel sangue degli sportivi e nessuno odia perdere, né contro gli altri né tanto meno contro se stessi. Lo diceva anche Michael Phelps: “Sono sempre stato competitivo. Non mi è mai piaciuto perdere. Anzi, odio perdere.”
Nel 2023, un grande cambiamento, da lei definito così: "È stata una scelta coraggiosa e molto pensata, trattandosi di un anno particolare, quello olimpico". Lo spostamento a Torino per studiare biologia, e allenarsi al Centro Nuoto Torino insieme ad un altro azzurro, Alessandro Miressi. Diligente e cresciuta velocemente senza mai dimenticare le vere priorità, come la scuola o l’università, infatti durante il mondiale di Budapest disse: "Lo studio l’ho sempre vissuto come una priorità". Una ragazza magica parafrasando Jovanotti, suo cantante preferito, che all’alba dei 19 anni e dopo aver strappato il pass olimpico, non pensa solo ai suoi risultati ma anche al mondo, spesso crudele che ci troviamo ad affrontare e con rabbia e commozione dice: "Noi donne non possiamo vivere con la paura e non è questo il mondo che vorrei per i miei figli". Anni di allenamenti, sacrifici, aspettative deluse, previsioni e titoli da giornale che parlano quando l’unico vero giudice è la vasca. Ora però cara Benedetta, Parigi è l’obiettivo, la “nuova era”. E sa di riscatto perchè è la tappa per prenderti, quattro anni dopo, quello che sogni, da quando sei piccola. Ed è il traguardo che fa entrare tra “Gli immortali”.