Lo stadio di atletica indoor di Glasgow ha rischiato di regalare a Giorgio Frinolli un attacco di cuore quando i suoi due atleti, Lorenzo Simonelli e Zaynab Dosso, hanno vinto due medaglie, argento e bronzo, ai Mondiali Indoor nel giro di dieci minuti. Sembrava di essere tornati a Tokyo 2020 quando Jacobs e Tamberi hanno regalato due ori storici all’Italia. Sì, perché i due atleti hanno scritto la storia dell’atletica italiana. Ma chi è Zaynab Dosso? Partiamo dicendo che il suo bronzo nei 60m l’ha fatta entrare negli annali dell’atletica italiana, insieme ai record italiani che ha riscritto negli ultimi due anni.
Zaynab sì è fatta notare fin da subito ma la mancanza di cittadinanza ha fatto sì che non potesse far suoi i record italiani giovanili. Arriva dalla Costa d’Avorio nel 2009 e va a vivere a Rubiera con i suoi genitori. La sua storia è un po’ la storia di gran parte degli atleti italiani, inizia a correre grazie alla scuola, si innamora dell’atletica e non la lascia più. E menomale.
Nel 2016 ha ottenuto la cittadinanza italiana ad ha iniziato a frantumare tutti i record italiani che poteva frantumare: 100m, 60m indoor e 4x100. È riuscita a fare quello che nessun’altra era riuscita a fare prima di lei: entrare in finale ad un mondiale indoor. E non contenta ha pure vinto una medaglia. Dopo le olimpiadi di Tokyo ha preso una decisione: per poter raggiungere i risultati che voleva doveva andarsene da Rubiera e trasferirsi a Roma. Sotto consiglio della sua allenatrice di sempre si è spostata nella capitale andandosi ad allenare con Giorgio Frinolli insieme a Lorenzo Simonelli, anche lui medagliato a Glasgow.
Negli ultimi anni i risultati si sono fatti vedere e in questa stagione indoor ha continuato a migliorarsi e a migliorare il record italiano sui 60m portandolo fino a 7”02, pericolosamente vicino ad un sub-7. Se è stata capace di migliorarsi così su un 60m non vediamo l’ora di vedere cosa sarà capace di fare sulla distanza più lunga dei 100m, prima durante gli Europei di Roma con il pubblico di casa e poi alle Olimpiadi di Parigi.
Non ha l’attitudine, a tratti strafottente che contraddistingue molti velocisti, quella voglia di farsi vedere e strafare, no, la Dosso si allena a testa bassa e quando la alza si mangia le avversarie come ha appena dimostrato. Un mese fa l’ho vista allenarsi in raduno a Tenerife e ho capito che l’Italia avrebbe aggiunto una medaglia al medagliere mondiale grazie a lei. Riusciva a bruciare in partenza anche atleti maschi navigati e a lasciare tutti un metro indietro. Sull’onda di Tokyo la velocità azzurra sta iniziando a farsi notare in tutto il mondo e gli Europei di Roma seguiti dalle Olimpiadi di Parigi sono ormai alle porte. Le premesse migliori sembrano esserci tutte, non resta che aspettare e raccogliere i frutti di questi anni di preparazione.