Nella mente degli appassionati sono ancora fresche le immagini dell'incidente tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez al terzultimo giro del Gran Premio del Portogallo: il 93 affonda la staccata in curva cinque e attacca in maniera decisa il campione del mondo in carica, che tenta di incorciare la traiettoria in uscita fino a quando le linee dei due - che sono appaiati ma non possono vedersi, anche per la particolare conformazione della curva - collidono. Risultato? Pecco e Marc si ritrovano entrambi nel ghiaione, sconsolati e obbligati a salutare punti iridati che avrebbero fatto comodo. Nel post gara, in zona mista, nessuno incolpa direttamente l'altro, ma entambi tendono a scaricare eventuali responsabilità dalle proprie spalle. La Direzione Gara li convoca a colloquio e, dopo una breve consultazione, opta per il verdetto che tutti si aspettavano: incidente di gara. Nelle analisi del giorno dopo, al bar, si discute più che altro della necessità di ingaggiare una battaglia e - col senno di poi - un pasticcio simile per quella che nella migliore delle ipotesi sarebbe stata una quinta piazza invece di una sesta (un punto di differenza, quindi).
In ballo, forse, c'era soprattutto l'orgoglio di chi ha il numero 1 sulla carena, corre sulla Ducati rossa e deve - in onore dello spirito delle corse e dell'agonismo - provare a rispondere ad un otto volte campione del mondo alla riscossa, in sella alla Desmosedici meno aggiornata. A coloro che invece si chiedevano come avrebbe fatto Borgo Panigale a gestire due pesi massimi simili sotto allo stesso tetto, il crash di Portimao ha fornito un responso piuttosto significativo: al primo accenno di crisi tra Pecco e Marc, Ducati se l'è sbrigata alla grande. A conferma di ciò è bastato vedere come i due si siano presentati fianco a fianco, sorridenti e concentrati, nella conferenza stampa di Austin, dove la questione scottante è stata solamente accarezzata da Bagnaia e Marquez, che l'hanno sapientemente fatta scivolare nel dimenticatoio. Entrambi, da fuoriclasse quali sono, hanno preferito mettere da parte qualsiasi possibile scoria e concentrarsi sul presente, troppo importante visto che siamo solo all'inizio del campionato. Per mantenere l'atmosfera pacata e serena - oltre al buonsenso dei piloti - è stato fondamentale l'apporto di Ducati che, come svelato dal Direttore Sportivo Mauro Grassilli, ha prestato molta attenzione affinché gli attriti venissero spianati sul nascere: "È stato molto semplice in realtà - ha spiegato Grassilli - ho inviato un messaggio a entrambi. Non ricordo se fosse il lunedì o il martedì dopo la gara. Solo un 'ciao ragazzi, tutto sotto controllo?'. Pecco e Marc mi hanno risposto 'sì, tutto sotto controllo, aspettiamo con ansia il Gran Premio delle Americhe'. È stato davvero un qualcosa di molto positivo".