Ad Assen, all'indomani della favola di Nicholas Spinelli in Gara 1, è andata in onda una seconda manche da pelo sullo stomaco. Per lunghi tratti della corsa la SBK somigliava alla Moto3: gruppo compatto di otto piloti in testa, innumerevoli sorpassi e scambi di posizione, la sensazione netta che chiunque potesse vincere e portarsi a casa la posta grande. Un qualcosa di analogo l'abbiamo visto anche in MotoGP nel 2018 a dir la verità, ma in quel caso sul TT splendeva un sole estivo. In questa domenica di aprile inoltrato invece Assen ha accolto le derivate di serie con aria frizzantina e temperature basse. Non poteva mancare, dopo i primi giri di una gara dichiarata asciutta, il classico scroscio di pioggia, a trasformare un'apparentemente tranquilla giornata di motorsport in un cortometraggio thriller. Nessuno, nonostante le bandiere con la croce di Sant'Andrea sventolate dai marshall, è rientrato per il cambio moto; i tempi nella fase centrale della corsa si sono abbassati di quattro secondi, concedendo a chi si era ritrovato leggermente attardato in partenza (Iannone, Bulega, Van der Mark e Aegerter) di ricongiungersi con Bautista, Razgatlioglu, Locatelli e Gardner, rimasti più o meno stabilmente in testa sin dallo spegnimento dei semafori.
I valori e i cronologici sono tornati nella norma quando il sole ha ricominciato a bussare sull'asfalto di Assen, a sei giri dal termine. In quel momento Bautista, Razagatlioglu, Gardner e uno Iannone in grande spolvero, sono riusciti a fare selezione sul resto del gruppo, aprendo un gap di un secondo sulla quinta posizione. Così anche in Olanda gli appassionati hanno potuto godere di una sfida che ormai sta diventando il superclassico della SBK: Alvaro vs Toprak. Questa volta ha vinto il turco (per lui si tratta del primo successo nei Paesi Bassi, così come per la sua BMW), forte di una confidenza maggiore nei tratti lenti del TT e di un affondo magistrale alla "esse" conclusiva del tracciato (a cinque giri dalla bandiere scacchi), a cui lo spagnolo - nonostante ripetuti tentativi e benché non si sia mai arreso - non ha potuto replicare. In sella alla Yamaha R1 l'ex campione del mondo della Moto2 Remy Gardner è salito sul podio dopo due anni di digiuno ("Sono state stagioni difficili per me dopo il titolo, adesso invece non vedo l'ora di affrontare la prossima gara e confermarmi" - ha dichiarato l'asutraliano nel post gara), mentre non è bastato un gagliardo forcing finale ad Andrea Iannone per stappare il prosecco in compagnia, anche se The Maniac ha ancora una volta ribadito il suo talento e - a margine di un piccolo periodo negativo evidenziato da tre scivolate consecutive in gara - ha potuto riaffacciarsi al parc fermé, come migliore dei piloti indipendenti (per il Team Go Eleven). Hanno chiuso rispettivamente quinto e ottavo un Andrea Locatelli vivace e sempre protagonista e un Niccolò Bulega mai realmente incisivo in questa domenica pomeriggio (al mattino in Superpole Race era stato 2°).
In classifica resta saldo in testa Alvaro Baustista ("Sono contento del weekend, oggi è stata complicata con quella pioggerellina e avere sempre un buon feeling non era facile, ma stiamo costruendo la fiducia con la Ducati passo dopo passo" - ha commentato il due volte campione del mondo al parco chiuso), con soli sei punti di vantaggio su Toprak Razgatlioglu, che sotto al podio è parso piuttosto rinfrancato per la vittoria in Gara 2: "Mi sono davvero divertito, con la pioggia ho dovuto chiudere un po' il gas, ma poi gradualmente sono riuscito a ritrovare il mio passo. Abbiamo sbagliato nel corso della Superpole Race, ma questo pomeriggio abbiamo scelto la gomma giusta (Toprak ha scelto uno pneumatico uno step più duro rispetto ad Alvaro al posteriore, ndr). Finalmente abbiamo vinto ad Assen, sono contentissimo, grazie infinite per l'atmosfera incredibile sugli spalti. Ci vediamo l'anno prossimo". Terzo in campionato, con 14 punti di distacco dal compagno di squadra, Niccolò Bulega, che tra due mesi a Misano tenterà il riscatto.