La Superbike fa tappa a Assen, nel più glorioso dei circuiti da quando esistono le corse in moto. L’attenzione di tutti, però, rischia di spostarsi fuori dalla pista, perché sul tavolo ci sono già tanti temi caldissimi che potrebbero far assistere a qualche sorpresa proprio nello stesso fine settimana in cui i piloti saranno chiamati a confrontarsi su quella pista in cui, come si dice da sempre, sanno vincere solo quelli forti veramente.
Ecco perché, restando sulla questione prettamente sportiva, il più atteso a Assen è Toprak Razgatlioglu. Che il suo sia il talento più cristallino di tutti lo riconoscono anche i suoi avversari e adesso che è arrivata anche la prima vittoria, ci sarà da misurare quanto il turco e la sua nuova BMW siano effettivamente competitivi. Perché nel frattempo, dopo una partenza decisamente difficile, è tornato a dare del gran bel gas anche Alvaro Bautista, vincitore degli ultimi due titoli mondiali. Quello che si prospetta è un duello tra lo spagnolo e il turco, ma con i più le incognite di Andrea Iannone, che sta andando forte davvero, e di Nicolò Bulega, che ormai in Ducati Aruba sembra il pilota di riferimento.
Due nomi, quelli di Iannone e Bulega, che presto potrebbero essere accostati ancora di più. Perché? Perché Ducati potrebbe giocare d’anticipo sul mercato e assicurare il grande ex della MotoGP nel team ufficiale, visto che Alvaro Bautista starebbe seriamente pensando al ritiro. Una operazione che spiazzerebbe BMW, che nel frattempo ha messo gli occhi proprio su Iannone, e che garantirebbe a Ducati di avere un pilota giovanissimo e fortissimo, come Bulega, affiancato da un pilota che avrà pure qualche anno, ma che non ha perso lo smalto e che, in più, è capace di catalizzare sponsor e attenzioni mediatiche.
Tutte questioni, queste, che ruotano sempre e solo intorno al cerchio magico Ducati, BMW e soliti nomi. E che, di fatto, dimostrano come anche in Superbike ormai si rischi di non parlare più di due marchi che invece hanno fatto la storia delle corse: Honda e Yamaha. Nel primo caso quelli di HRC sembrano averla buttata letteralmente a coppe, come si dice in gergo, mentre nel caso di Yamaha la delusione riguarda, più che altro, un Rea che, nonostante sei titoli mondiali in tasca, fa fatica a portare a casa risultati che contano. Ecco perché anche per Yamaha il round di Assen sarà decisivo per capire se e come muoversi in futuro, visto che lì il gap tecnico con Ducati e potrebbe essere colmato dal talento di un pilota che a detta di tutti deve solo ritrovare la giusta fiducia per poter concretamente aiutare il suo marchio a rilanciarsi. Al contrario di quanto accade in MotoGP, però, in Superbike a tenere alto il nome della tecnologia giapponese c’è Kawasaki, che ha dimostrato di poter dire la sua su quasi tutti i circuiti, nonostante piloti che fino a poche settimane fa nessuno avrebbe considerato top rider.