Per quattro anni l’abbiamo praticamente visto solo sui social. Adesso a non guardare più i social, invece, è lui: Andrea Iannone da Vasto. E’ tornato a fare il pilota e ritrovare ciò per cui sente d’essere nato lo ha allontanato da tutto ciò che invece non conta. “Non ho voglia di inquinarmi. Sono stufo delle negatività dei social e spesso lascio pure il telefonino a casa” – lo ha detto in una lunga intervista a Paolo Ianieri, per la Gazzetta dello Sport, mostrando un Andrea decisamente lontano da quello dell’immaginario collettivo. Le moto, l’amore per Elodie, gli affari: non gli interessa altro. E tutto il resto c’è comunque, ma viene dopo e può aspettare. Perché adesso c’è un futuro da scrivere che deve necessariamente andare a coprire quattro anni di sofferenza. “Tutto quel che ho perso e non posso recuperare – ha detto ancora - Ma cerco di godermi l’oggi, senza pensare al passato, migliorandomi a livello personale e sportivo. Se riuscirò a fare bene, qualcosa l’avrò recuperato".
La strada presa sembra quella giusta. E pure l’inizio è stato da metterci la firma, come lui stesso ha ammesso, raccontando le emozioni vissute a Phillip Island e quelle vissute a Barcellona, ma spiegando pure che un pilota non sempre riesce a essere realmente contento per un podio. “Sto riassaporando quella libidine, quella adrenalina. Alla prima gara è stato tutto bello. Ma ero nervoso. Volevo, e forse potevo, vincere. Sono uno che pensa che, quando puoi, allora devi vincere” – ha ammesso. Niente che tolga valore, comunque, all’impresa che ha fatto e ai risultati che sta portando a casa con il team GoEleven, giocandosela puntualmente con i primi. “Bulega sta andando forte, è bravo e veloce, ha quella guida da Supersport-Moto2 che con queste gomme paga molto – ha proseguito Iannone parlando dei suoi avversari - Poi c’è Bautista: non sarà contento come l’anno scorso, ma è sempre lì. Toprak è simpaticissimo. Mi sembra un giocoliere. A parte ciò che fa con la moto, avrebbe un futuro da stuntman, lo vedi da come si muove, cammina. E mi piace molto come ragazzo”.
Avversari dentro un mondiale, quello delle derivate di serie, che rappresenta una opportunità per Iannone, ma anche una gran bella scoperta. Al punto che la MotoGP è passata in secondo piano, tanto da non avere nulla da dire sull’incidente tra Marc Marquez e Pecco Bagnaia: “Non ho visto niente”. Pratica liquidata, quindi, anche se un test con la Desmosedici non gli dispiacerebbe ("Bisognerebbe chiedere a Gigi Dall’Igna. Per ora non ci penso, ma da pilota cosa c’è di più bello che guidare la moto più tecnologica e veloce che ci sia? In futuro non escludo di fare un test"), nonostante una considerazione sulla piega che ha preso la MotoGP: “È affascinante quanto vadano veloci, i progressi sono fantascientifici. Però mi sembra che la gara la vinci al primo giro, se parti davanti, bene, se sei dietro, fatichi. Si è perso il duello. Resta la MotoGP, ma..."
Quel mondo non gli manca, così impegnato come è a godersi quello che ha ritrovato in Superbike, ma ha abbastanza esperienza per ricordare che Marc Marquez è Marc Marquez. "È un grandissimo campione – ha proseguito - ha vinto tutto, è fortissimo e l’ha dimostrato in tutte le condizioni. Che possa giocarsi il Mondiale non mi stupisce, anche se non sarà facile contro un Pecco molto maturo, che guida la Ducati da tanti anni e ha una sintonia e alchimia incredibili con la squadra".
Sintonia e alchimia che per Andrea Iannone sono simili verso la Ducati: quella che guida adesso e quella con cui ha anche vinto in MotoGP. “Con Dall’Igna ho un rapporto bellissimo – ha spiegato - lo reputo un po’ mio padre nelle corse. Ha fatto tanto per me, e negli anni con lui penso di avere dato il massimo per la Ducati. C’è stima reciproca, come con Claudio Domenicali. Il primo obiettivo era tornare e essere competitivo”. Il secondo, probabilmente, è salire sulla Ducati ufficiale del team Aruba, con Iannone che lo ammette anche, ma precisando di non avere troppa fretta. "Adesso voglio solo fare bene da qui ai prossimi cinque anni, a tutto il resto penserò dopo" – ha concluso.