La domanda sostanziale da porsi su Pecco Bagnaia, alla fine del weekend di Mandalika, è solamente una: può davvero ritenersi soddisfatto? Può il campione del mondo in carica essere contento di aver recuperato tre punti nel computo totale sul rivale, Jorge Martín, nettamente superiore sull'asfalto indonesiano, dove avrebbe potuto agguantare un Grand Chelem (pole, record della pista, vittoria della Sprint, vittoria della gara lunga, condotta dal primo all'ultimo metro), se non fosse stato per quella scivolata del sabato pomeriggio? Un inciampo inaspettato, benedetto per Pecco, che in un colpo solo ha guadagnato dodici punti, perdendone nove oggi, dopo un terzo posto sudatissimo che probabilmente, senza la scivolata di Enea Bastianini, sarebbe stato un amaro quarto.
"Se consideriamo l'inizio del weekend sì, posso ritenermi soddisfatto - risponde Pecco ai microfoni di Sky - perché non pensavamo di poter recuperare punti stavolta e invece ne abbiamo recuperati tre. Dopo la gara di ieri, in cui avevo molta confidenza, ero sicuro di riuscire a partire bene, ma ancora una volta qualcosa ci è mancato". Dannosi per la domenica di Pecco sono stati la partenza e il primo terzo di gara in cui - dopo essere stato scavalcato da Morbidelli e Bezzecchi - è rimasto imbottigliato tra Marc Marquez e Fabio Di Giannantonio in una ruvida lotta per il settimo posto: "Dobbiamo capire cosa sta succedendo in partenza ammette - perché lì fino a poco tempo fa ero veramente forte e riuscivo anche ad essere ripetibile, invece ultimamente è un macello. Anche oggi mi ha prima impennato e poi spinnato, poi al primo giro per cercare di non fare ulteriori cavolate mi hanno passato anche altri due piloti".
Al nono giro è cominciata la gara che tutti si aspettavano di vedere da Bagnaia, il quale ha infilato una serie di passaggi sull'1'30"alto. A dividerlo da Martín e da Acosta, però, c'erano già quattro secondi, oltre a Morbidelli, Bastianini, Bezzecchi. Un gruppo di piloti su cui Pecco è gradualmente rinvenuto, senza mai dare l'impressione di poterli passare tutti rapidamente, lasciandoli sul posto. Così, infatti, non è stato. A fuggire, tentando la rimonta disperata sui primi due, è stato Enea Bastianini - poi scivolato - mentre il numero 1 sbrigava con efficace cautela la pratica podio, approfittando di un lungo di Bezzecchi in curva dieci e approfittando di una migliore accelerazione in uscita dalla nove per infilare Morbidelli, a quattro giri dalla bandiera a scacchi. "Ho faticato tantissimo a passare Bez - racconta Pecco - perché la GP23 ha più trazione e io facevo fatica ad uscirgli vicino dalle curve. Io alla sette, alla otto e alla nove ero veloce, ma comunque lui mi andava via. Quando sono arrivato dietro a Franco, avendo lui la mia stessa moto, è stato più facile sorpassare. Ho usato l'abbassatore per avere ancora più spinta in accelerazione e l'ho scavalcato più facilmente".
Al termine di un weekend in cui Pecco non ha fatto la solita differenza sul resto del plotone Ducati, è giusto andare a sviscerare tutte le possibili motivazioni tecniche. Le gomme giocano sempre un ruolo chiave e Bagnaia, a riguardo, fornisce una spiegazione molto chiara: "Troppa fatica con la media al posteriore? In realtà ho faticato venerdì, dove abbiamo perso completamente il secondo turno per motivi che non si possono dire. Poi non l'abbiamo più usata fino a stamattina, quando nel warm-up mi sono trovato bene. Infatti oggi pomeriggio uguale, ero a mio agio con la media, ma ad un certo punto la gara è stata una gabbia di matti, ci si superava in continuazione. O meglio, venivo superato davvero facilmente perché facevo fatica ad essere vicino agli altri in fase di frenata. Poi ci sono riuscito, ma è stata una gara abbastanza complicata. La nostra moto è estremamente competitiva, ma ci mette un paio di giri in più rispetto alla GP23 per mandare in temperatura la gomma posteriore. Se parti davanti riesci a compensare in frenata e in ingresso, ma se nei primi giri resti indietro fai più fatica perché non puoi fare le tue staccate solite, devi stare attento ai piloti davanti e tenerti un po' di margine".
Alla fine, tra i punti interrogativi, emerge l'ultimo: quanto è preoccupante per Bagnaia la velocità dimostrata in Indonesia da Martín, che ha tagliato il traguardo con un vantaggio di quasi sei secondi dal numero 1? Di certo, al netto delle piste più favorevoli all'uno o all'altro presenti da qui a Valencia (Motegi, Buriram, Phillip Island, Sepang e - appunto - Cheste), Pecco sarà obbligato a mettere sempre pressione a Jorge, che col fiato sul collo del numero 1 ha sbagliato ieri nella Sprint e al Sachsenring. Bagnaia non potrà più permettersi qualifiche così così, tantomeno partenze claudicanti. Restano cinque gare alla fine, ventun punti di distacco e poco tempo per recuperare.