Non è il solito Marc Marquez in questo inusuale weekend di Barcellona più vicino all'inverno che all'estate: il suo venerdì, complice anche qualche linea di febbre, è stato opaco, parzialmente riscattato da un sabato mattina di tutto rispetto (terzo tempo in Q2 ad un solo decimo dalla pole di Bagnaia), prima di una Sprint che ha visto chiudere il 93 in un'anonima settima posizione, alle spalle del fratello Alex e di Franco Morbidelli. La pista - il Montmelò - tradizionalmente non è tra le favorite di Marc, che infatti quando è arrivato al cospetto dei giornalisti ha dichiarato: "Mi manca comodità sulla moto, sto combattendo non tanto contro il pacchetto, ma contro il circuito".
Nella Sprint di Marc Marquez, anche una brutta partenza, un contatto con Pedro Acosta nelle primissime curve (con la KTM del rookie maravilla costretta al ritiro dopo che carena e cupolino sono saltati via), zero sorpassi fatti uno solo subíto, da Aleix Espargaro. "Il contatto con Acosta non ha cambiato la mia gara, perché quando ci siamo toccati ero sesto e poi ho concluso il primo giro settimo" - ha ammesso l'otto volte campione dal mondo, prima di scendere nello specifico: "È stato uno di quei incroci di traiettorie che spesso si verificano in quella curva, ma lui ha ragione, non poteva vedere niente. Se qualcuno poteva evitare il contatto, quello ero io". Così Marquez in questi dodici giri inaspettatamente scialbi ha perso sei punti da Enea Bastianini (secondo), che l'ha scavalcato al terzo posto in classifica. L'obiettivo di presentarsi al Gran Galà di domenica sera con lo smoking resta comunque vivo, anche se servirà una versione di Marc ben diversa da quella che si è vista oggi e che lui commenta senza omettere nulla: "Di certo dopo le qualifiche ero un po' più ottimista, ma poi nella Sprint Race dopo quel primo giro intricato siamo tornati nella nostra posizione. Avevamo il passo per arrivare da quinto a decimo, e siamo arrivati settimi. Senza la confusione del primo giro, al massimo, avrei potuto fare sesto, non meglio. Se la mia moto si è danneggiata? No no, lavorava perfettamente".
Così, cambiando argomento, abbiamo chiesto a Marquez che sensazioni prova a poche ore dalla sua ultima gara con il Team Gresini. La risposta è stata degna di nota: "Allora, non fraintendetemi, alla Honda avevo un gruppo incredibile, ma qui ho sentito di nuovo la passione di quando ero in Moto2, quando avevo il boss del team davvero vicino e sentivi che tutti erano lì solo per passione pura. Poi non è solo un team satellite, Gresini è il team storico di Fausto. Tutte queste cose rendono tutto speciale e ho trovato l'atmosfera migliore per rinascere. Già a cena l'altra sera qualche pianto c'è stato". Con quel reborn Marquez ha lasciato intendere quanto bene voglia alla squadra di Nadia Padovani, che lascerà solamente per il rosso ufficiale, con cui le chances per tornare a vincere il titolo sono quasi scientificamente maggiori. Titolo mondiale che domani verrà conteso da Pecco Bagnaia e Jorge Martín, nei confronti dei quali Marc - imbeccato dalla stampa - si è sentito di fornire un paio di consigli lapidari: "La nona posizione per Jorge penso sia facile, ma le corse sono le corse. Martín deve fare quello che ha fatto oggi e Pecco deve fare quello che ha fatto oggi". Chissà se domani non cambierà tutto