Marc Marquez è carico, Joan Mir pure e la nuova livrea del Team Repsol fa la sua solita bella figura, ma la RC213V presentata oggi da Honda è una moto circondata dalla sfiducia. S’è percepito anche oggi, nonostante la festa di una presentazione e l’inevitabile fiducia ostentata, perché c’è una parola che è stata proprio sulla bocca di tutti: “Portimao”.
E’ lì, sul circuito dell’Algarve, che quelli dell’Ala Dorata tenteranno il colpo di coda a poche ore dall’inizio del campionato del mondo 2023, visto che nei test di Sepang le cose non sono andate affatto bene e la Honda è apparsa decisamente meno competitiva rispetto a Ducati e Aprilia. Lo ha ammesso, senza nascondersi più di tanto, anche il grande capo di HRC. “Abbiamo lavorato duramente per migliorare la moto in tutte le aree – ha spiegato Tetsuhiro Kuwata - Abbiamo anche altri sviluppi che porteremo al test di Portimão. Sappiamo che anche quest'anno sarà una grande sfida e il margine è molto stretto. Anche l'introduzione delle sprint race è una nuova sfida”. Più sintetico e diretto, invece, Alberto Puig: “La realtà è che in questo momento la Ducati è davanti, ma abbiamo novità importanti per Portimao e Honda è pronta alla sfida”
Una sfida che, almeno per adesso, sembra dura da vincere, con Marc Marquez che è stato l’unico capace di piazzarsi nei dieci ai test di Sepang e tutti gli altri piloti ancora lì a cercare di capire una moto che solo pochi anni fa era la migliore del mucchio e adesso, invece, non sembra neanche la lontana parente di quella RC213V che ammazzava i campionati. A Portimao, però, dovrebbe vedersi qualcosa di veramente nuovo, perché è la promessa fatta ai tifosi e fatta, prima di tutti, a Marc Marquez, che ha già detto di volersi guardare intorno se la moto di questa stagione non dovesse rivelarsi competitiva. “È bello – ha aggiunto il grande capo di HRC - vedere che Marc è di nuovo in salute e può guidare la moto senza alcuna limitazione. Sappiamo tutti di cosa è capace Marc. L'obiettivo è che quest'anno possa mostrare le sue capacità come ha fatto in passato. Come HRC stiamo lavorando duramente per dargli gli strumenti per tornare ai vertici del Motomondiale. Siamo molto contenti anche di avere con noi Joan Mir, che torna nella famiglia Honda dopo aver vinto la Moto3 con la Honda nel 2017. È un due volte campione del mondo, quindi la sua velocità e abilità sono evidenti. Per lui quest'anno si tratterà di conoscere la moto e il team e avvicinarsi ai vertici”.
Che Honda sia contenta dei due piloti che ha scelto è abbastanza ovvio, ora bisognerà capire se anche i piloti riusciranno a essere contenti della moto che Honda gli ha costruito. Anche se oggi – e non poteva essere altrimenti – le dichiarazioni sono state quelle di chi non vede l’ora di cominciare e anche con un discreto (ma vero?) entusiasmo. “La storia di questa squadra dice già tutto, dobbiamo parlare del titolo mondiale – ha tuonato Marc Marquez - Più avanti, dopo Portimao, vedremo se sarà possibile o meno. In questi tre anni ho sacrificato tante cose, prendendo anche decisioni importanti nella mia vita personale e professionale con l'obiettivo di provare a lottare per un titolo. In Malesia ho visto che buone, stiamo lavorando tutti nella stessa direzione; realizzare una moto veloce, competitiva e allo stesso tempo sicura”
Parole ripetute anche da Joan Mir che, però, ha voluto rispondere così a chi gli ha fatto notare che gente come Jorge Lorenzo ha fallito prima di lui quando si è ritrovato a dividere il box con Marc Marquez: “Penso che l’emozione ci sia sempre, un po' di paura di fallire. La verità è che sono molto fiducioso nelle mie capacità, so cosa posso fare, mi fido di questa squadra: avremo una moto competitiva per poter lottare. Una volta che saremo lassù ce la caveremo e, si spera, arriverà presto il giorno in cui entrambi lotteremo per una gara e avremo quel problema. Mi fido di quello che posso fare"