Spettacolari e funambolici, cattivi il giusto, timorati per niente e affamati da matti. Enea Bastianini e Jorge Martin sono due ragazzini in MotoGP, ma sembrano i piloti di una volta: poche pugnette e tanto gas. Anche se c’è da darsele in pista, anche se c’è da fare qualche entrata al limite e da tenere costantemente la moto di traverso. Per carità, i paragoni non si possono fare, ma il Bestia e Martin sono i due della MotoGP che più fanno pensare a Marc Marquez anche nello stile di guida. Ecco perché, a detta di tutti, sono il futuro della classe regina. Ruspanti, velocissimi, aggressivi e, adesso, anche innamorati della stessa Rossa. Quella del team ufficiale Ducati, con i due ragazzini terribili della MotoGP che, manco a dirlo, si trovano a coltivare ancora una volta lo stesso sogno: un tempo erano i mondiali nelle categorie minori, adesso è la Desmosedici del Team Lenovo. Perché pare che Jack Miller andrà via (si giocherà tutto nelle primissime gare del 2022) e perché a Borgo Panigale hanno già fatto capire che non intendono guardarsi intorno e che sceglieranno il sostituto di Miller tra i piloti già messi sotto contratto grazie ai tre team satellite.
Che, tradotto in termini spiccioli, significa una cosa sola: se Miller va via toccherà a uno tra Martin e Bastianini. Lo spagnolo guida una Desmosedici identica a quella dello stesso Miller e di Pecco Bagnaia, mentre Bastianini ne guida una del 2021, ma con tutti gli aggiornamenti forniti da Ducati e la promessa, da parte della casa, che se saprà far bene arriveranno ulteriori evoluzioni. Insomma: a Borgo Panigale sanno di aver acceso una miccia e non c’è alcuna ragione perché provino a spegnerla. S’è visto anche a Sepang, con il Betia che ha strappato un tempo pazzesco che gli è valso il record della pista nella mattinata di domenica e Martin che ha provato a rispondere per le rime, piazzandosi terzo con un distacco minimo. Poi, scesi dalle moto, è arrivato il momento delle dichiarazioni e Bastianini non ci ha girato intorno: “Sogno la Ducati ufficiale, il mio avversario principale è Jorge Martin”. E’ qualcosa che il romagnolo del team Gresini aveva già detto qualche decina di volte nelle scorse settimane. Solo che questa volta ha provocato una reazione.
Jorge Martin, infatti, ha replicato poco dopo. Aveva il sorriso sulle labbra, ma non c’è sembrato proprio che scherzasse: “Generalmente cerco di stare lontano da questi argomenti – ha detto Martin – Ma ho notato che Enea, sin dalla presentazione della squadra, dice che sono il suo bersaglio e sembra che sia un po' ossessionato. Ma conosco il potenziale che ho, so cosa ho fatto l'anno scorso e so cosa posso fare, non ho problemi. Sono concentrato sul mio lavoro e cerco di ottenere il meglio da questa nuova moto. Se lo avrò, combatterò in attacco a prescindere, non contro qualcuno. La rivalità con Bastianini non è un problema che mi preoccupa. Ovviamente va forte, ha una moto che funziona fin dall'inizio. Lo sappiamo già e non cambierà. È chiaro che ci sarà quella pressione: l’avrà anche Jack Miller oltre ad Enea. Ma sono molto calmo, non credo che la mia battaglia sarà contro Bastianini in questo momento. Spero che il rapporto tra di noi rimanga lo stesso".
L’odore di sportellate si sente fin dalla Malesia, quindi, con i due che comunque si conoscono da una vita e anche in passato non hanno mai esagerato, pur senza tirarsi indietro. Ecco perché ci sono gli ingredienti per una sfida nella sfida che potrebbe rinnovarsi già tra pochissimi giorni, quando i piloti della MotoGP saranno nuovamente in pista per i test, questa volta in Indonesia. Bastianini vorrà provare a ripetere il risultato incredibile di Sepang e Martin, manco a dirlo, vorrà fugare il sospetto che la Desmosedici del 2021 possa essere migliore di quella del 2022: “Se guardiamo solo al cronometro – ha concluso lo spagnolo – E’ chiaro che con la vecchia moto adesso si riesce a fare meglio, ma la nuova ha più potenziale. Dobbiamo solo trovare il punto. Anche i piloti ufficiali Ducati hanno sofferto, bisogna sapere perché. Dobbiamo vedere come migliorare, ma non sono preoccupato e sono sicuro che in Indonesia avremo tempo per lavorare e trovare il modo di essere più forti. È l'obiettivo".