Uno dei temi della MotoGP 2025 è la collaborazione tra i fratelli Marquez. In pista, nei box, a casa. Il loro affiatamento li sta lanciando sempre più lontano dal resto del gruppone, sempre più soli in testa al Mondiale. Loro, da bravi fratelli, giustamente non fanno nulla per nascondere questa cooperazione, un patto di sangue che li autoalimenta e attraverso il quale si stanno rendendo inavvicinabili per gli altri piloti. Vivono assieme, si allenano insieme al di fuori delle gare, condividono dati e scelte tecniche, gestiscono in maniera impeccabile la tattica di gara, in modo tale da comportare il minimo rischio all’altro. Il tutto col fine di massimizzare il risultato reciproco, con l’obiettivo di trasformare la vittoria del titolo in una questione di famiglia. Solo a quel punto, solo quando saranno certi che il campionato andrà all’uno o all’altro, laveranno i panni sporchi in casa. Solo in quel momento, forse, vedremo Alex e Marc sorpassarsi in maniera più aggressiva.
Per adesso bisogna solo ascoltare le parole di Marc, che a DAZN Spagna ha raccontato un retroscena interessante e simpatico sul coordinamento fraterno: “È naturale, non voglio dimenticare Pecco, Morbidelli o Di Giannantonio, perché sono molto veloci e il campionato è molto lungo. Ma per ora, il mio più grande rivale è in casa. Mi alleno con lui, faccio dei riposini con lui. Non nello stesso letto (ride). È stato divertente oggi perché prima della gara stavamo dormendo nel motorhome, coi piedi alle estremità opposte dei due divanetti, e poco più tardi eravamo sparati a 360 km/h sul rettilineo del Mugello. Di solito quando hai un rivale cerchi di nascondere i tuoi segreti, di non fagli vedere come ti alleni, eccetera. Ma ad Alex voglio bene e lui vuole bene a me. Quindi ci aiutiamo a vicenda. Stamattina, per esempio, prima del warm-up, ci eravamo parlati e volevamo girare entrambi con la media al posteriore. Poi ho visto che tutti scendevano in pista con la soft e ho detto a José (Luis Martinez, assistente personale di Marc, ndr) ‘vai a dire ad Alex che esco con la morbida’. Siamo usciti entrambi con la morbida ed è andato tutto bene”.
“Sta crescendo molto – ha proseguito poi Marc riferendosi sempre ad Alex - è maturato, mi sta dimostrando giorno per giorno di quali grandi cose sia capace. Dobbiamo continuare a goderci il momento perché quello che sta succedendo è insolito nella storia di questo sport, e dobbiamo gustarcelo”.
Come biasimarli? Se il sodalizio sforna ogni domenica solo primi o secondi posti è sacrosanto, dal punto di vista dei fratelli di Cervera, proseguire in questa direzione. Chi li critica, tacciandoli di alterare l’essenza di una gara della MotoGP in cui tutti dovrebbero correre contro tutti, non ha capito quanto si vogliono bene e quanto la dinamica che hanno innescato quest’anno vada a riempire le loro tasche, senza generare controindicazioni. Potrebbe essere meno contenta la Ducati, i cui uomini e sponsor hanno più interesse affinché Pecco Bagnaia arrivi davanti ad Alex Marquez. Eppure, a giudicare dall’entusiasmo con cui Davide Tardozzi ha festeggiato il secondo posto del pilota Gresini nel post gara del Mugello, qualsiasi polemica in merito perde rilevanza: così com’è successo lo scorso anno con Jorge Martín e Pramac, la cosa più importante a Borgo Panigale è che in testa alla MotoGP ci siano sempre tante Ducati. Di che colore siano, poi, è un problema secondario. Un problema che tante altre Case e tanti altri team clienti vorrebbero avere.