A Motegi Marc Marquez avrà a disposizione il primo match-point per aggiudicarsi la vittoria aritmetica del nono titolo mondiale. Gli basterà siglare tre punti in più del fratello Alex, tra Sprint e Gara, per chiudere i conti. Un’operazione talmente scontata (perché mancano ancora sei weekend di gara da qui alla fine della stagione e, prima poi, Marc finirà per guadagnare i fatidici tre punti su Alex) che ormai da tempo la domanda non è più ‘se ci riuscirà’, ma ‘come festeggerà’. Questo lo scopriremo solo vivendo, ma intanto il 93 ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali della MotoGP in cui ha ripercorso tutto il travaglio che, dalla vittoria dell’ottavo titolo mondiale nel 2019, lo sta portando nuovamente sul tetto del mondo. La dichiarazione d’intenti è attraente: “Due anni fa mai avrei potuto immaginare di essere in questo stato di forma. Sono qui perché mi diverto e il mio modo di divertirmi è vincere. Ora sono rilassato, ho molta confidenza. Ma so, per esperienza, che da un momento all’altro può cambiare tutto”.
Nella parte centrale del video, Marc parla nuovamente della caduta di Jerez 2020, della rottura dell’omero, delle quattro operazioni successive che si sono mischiate ai problemi tecnici della Honda. Poi gli viene chiesto del ritiro, un tasto non più dolente che Marquez giustamente sfrutta per dare credito alla sua impresa: “Venivo da 4 titoli mondiali di fila e mi sentivo imbattibile, sentivo che niente di brutto sarebbe potuto accadermi. L’errore enorme è stato tornare subito a correre, ma è stato figlio proprio dell’extra confidenza che avevo in quel momento. Il momento più duro però è stato quando sono tornato a guidare nel 2021 e non mi sentivo bene. Il mio fisico era strano, non guidavo bene, tenevo il braccio in una posizione innaturale. Continuavo ad insistere dicendo ‘sento il mio braccio in una posizione e invece le immagini mostrano che è da un’altra parte’, così abbiamo capito come il mio omero fosse ruotato rispetto al normale. Avevo molto dolore e mi mancava la motivazione per continuare. Quanto sono stato vicino al ritiro? Parecchio, la domanda che mi ripetevo continuazione era ‘ma perché non finirla qui?’. Dall’altra parte però mi chiedevo ‘perché non provarci ancora un po’?’. Volevo dimostrare a me stesso di essere ancora competitivo e l’unico modo per farlo era salire sulla miglior moto in griglia, la Ducati. Mi sono dimenticato delle relazioni, dei soldi, degli sponsor, della storia e ho detto ‘ok, voglio rispondere a questa mia domanda interiore’. Ho ricevuto un buon consiglio da mio fratello Alex, che mi ha aiutato a prendere la decisione di passare in Gresini”.
Successivamente il 93 non rinnega l’intenzione del ritiro che lo aveva assalito nell’inverno dell’addio alla Honda, qualora non fosse riuscito a tornare al top con la Ducati GP23 del Team di Nadia Padovani: “Se nella stagione con Gresini non fossi stato competitivo, sono ancora sicuro che avrei smesso. Lasciare Honda e correre gratis per Gresini, che è un grande team, solo per dimostrare a me stesso che ero ancora in grado di vincere, è stata una grande grande sfida. Ho ricostruito la mia confidenza nel 2024 e, appena mi sono trasferito nel team ufficiale Ducati in inverno, ho capito di essere nel posto giusto per lottare per il titolo mondiale”. Infine analizza la stagione corrente, commenta in modo buffo la relazione col fratello Alex e - sui richiesta - si sofferma sulle difficoltà di Pecco Bagnaia: “Il modo in cui stiamo lottando per il titolo non poteva prevederlo nessuno. Vincere così tante gare in piste dove solitamente faticavo è una cosa che nessuno poteva prevedere. Non riesco nemmeno spiegarmi come io e mio fratello siamo arrivati in questa situazione in cui siamo primo e secondo nel Mondiale. In un contesto simile potresti avere delle frizioni con tuo fratello, ma la verità è che è andata nella maniera opposta…siamo più legati che mai. Senza di me, oggi lui sarebbe in testa al campionato. Quindi se potesse tornare indietro forse non mi consiglierebbe di passare in Gresini (ride). L’ha anche ammesso diverse volte, scherzando, nei lunedì post gara in cui facciamo colazione assieme. Nella presentazione del team ho detto che Bagnaia era il favorito per il campionato perché l’anno scorso era super competitivo. Il fatto è che quando perdi confidenza cominci a guidare più rigido che mai, e poi la moto non gira più, perché tu giochi meno col corpo. Ma Pecco tornerà forte, perché ha un grande talento e un grande team. Se vogliamo il meglio per il progetto, abbiamo bisogno di diversi piloti al top”.
Dopo aver voluto il meglio per se stesso (la Ducati), adesso Marc Marquez desidera il meglio per lei, per il progetto. Vincere il decimo titolo al termine di una lotta punto a punto contro un compagno di marca, d’altra parte, sarebbe una buona chiave narrativa per amplificare la sua leggenda. Dominare, tiranneggiare un altro campionato - lo sa anche lui - gli converrebbe fino ad un certo punto: “Quando mi ritirerò, un giorno (con la braccia gesticola come se dovesse allontanare il più possibile quel giorno, ndr), dovrò avere la convinzione di averle provate tutte, tutte”.