Nel 2021 è ancora possibile che una donna venga licenziata perché incinta? Non solo, che in seguito la società le chieda addirittura i danni? Sembra assurdo, eppure è quel che è accaduto a Lara Lugli, classe 1980, che ha denunciato su Facebook quello che è costretta ad affrontare.
La pallavolista quando ha comunicato la gravidanza alla società si è vista rescindere il contratto e, dopo due anni, ha ricevuto una citazione per danni visto che avrebbe fatto perdere i fondi degli sponsor. “Ho parlato con lei, ma ero senza parole” ha premesso Maurizia Cacciatori, che abbiamo contattato visto che è un simbolo nel mondo della pallavolo femminile. “È una questione talmente triste e brutta che si fa fatica a commentare” ha proseguito l’atleta, che per vent’anni ha vestito anche i colori azzurri ai massimi livelli.
In buona sostanza, il fattaccio risale al campionato 2018/2019, quando Lara era in forze all'Asd Volley Pordenone (B1), dopo aver firmato il contratto nel luglio 2018. “Rimango incinta il 10 marzo (2019) comunico alla Società il mio stato e si risolve il contratto. L'8 aprile non sono più in stato interessante per un aborto spontaneo” ha spiegato sul suo profilo Facebook. Ma non solo perde il lavoro, le chiedono anche di essere risarciti: “Dicono che dopo il mio stop la posizione in classifica è precipitata e gli sponsor non hanno più assolto i loro impegni”.
Una vicenda che la Cacciatori trova insostenibile: “Nel 2021 è assurda, perché cerchiamo da anni lottiamo per dare più diritti alle donne e queste cose non dovrebbero proprio accadere. Mi auguro che finisca nel migliore dei modi, perché a tutte noi fa male. È una brutta storia per lo sport, per le donne, ma anche per gli uomini visto che non bisogna farne una questione di genere. A me non è mai successo, ma sono consapevole che può succedere. E quindi sono necessarie più tutele”. E su Facebook lei stessa ha lanciato un monito: “Vergogna! Che i genitori delle bambine che fanno parte di quel club abbiamo il coraggio di ritirarle dalla squadra. Questa storia è ripugnante”.
Ora Assist (Associazione Nazionale Atlete) ha annunciato che scriverà al presidente del Consiglio, Mario Draghi e al presidente del Coni Giovanni Malagò. E pensare che solo poche settimane fa il mondo dello sport femminile esultava, perché il 26 febbraio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato cinque decreti legislativi di riforma dell’ordinamento sportivo. Tra questi, lo storico salto dello sport femminile nel professionismo: “È stato approvato ed è un passo avanti, ma ora ci aspettiamo che le Federazioni si prendano le loro responsabilità” ha concluso Maurizia Cacciatori.