Paola se n’è andata e non ritorna più? Forse, chi lo sa, non è chiaro. Per ora salterà il campionato preolimpico del 16-24 settembre. Dicono sia la più forte attaccante al mondo, la Egonu. Sicuramente è la più discussa, almeno in Italia. Ventiquattro anni, sul piano sportivo una ragazza di irrefutabile talento, molti sacrifici che però l’hanno portata dov’è, sulla cima del mondo della pallavolo. Peccato non ci si limiti a parlare solo di questo. Da ormai un anno a questa parte la campionessa è, più o meno per causa sua, al centro dei dibattiti più disparati, dal razzismo alle robotiche presenze a Sanremo, dove comunque ha saputo performare meglio di “professionisti del settore”, se per settore si intende il puro apparire, come Chiara Ferragni.
Ci vorrebbe un Foster Wallace per la Egonu, uno scrittore acrobatico, che sappia alzarsi da terra quanto lei. Ma non c’è più ed è bello pensare che forse, dall’alto di un immateriale bagaglio culturale, la pallavolista abbia scelto di quasi sabotare la sua immagine di professionista alternando ai grandi successi quelli che sembrano, senza altre dichiarazioni e infine chiarimenti, dei veri e propri capricci.
Lei avrebbe puntato i piedi. La pausa dalla nazionale sa di esilio autoimposto, almeno momentaneo, per far sapere a tutti che sì, non aver giocato da titolare durante gli Europei 2023. Il ct Mazzanti preferisce la nuova arriva dalla grande madre Russia, Kate Antropova, i cui punteggi e prestazioni sono fuori da ogni favoritismo spicciolo eccellenti e promettenti. Viene in Italia, la notano Gianni Caprara e Irina Kirillova, quest’ultima oro olimpico a Seoul nel 1988. Mazzanti segue la sua visione di gioco, lo dice lui stesso: “All’interno della Nazionale è tutto molto chiaro. Non faccio una scelta perché è più facile, ma per coerenza rispetto a quella che è la mia linea”. Perfetto, che problema c’è?
Il problema è la polemica non tanto su questa scelta, ma sul rischio di perdere una delle grandi giocatrici-personaggio dello sport italiano. Vogliamo fare emigrare negli Emirati anche lei? Mazzanti, ma che fai, rischi di liquidare senza che nessuno te lo abbia chiesto forse la più forte attaccante del pianeta? L’allarme lo lancia lei con le sue scelte, con i no comment, e forse le difficoltà non sono circoscritte al suo rapporto con il ct. Ma davvero una professionista può comportarsi così?
I vip lo fanno. Messi, Ronaldo, Balotelli, McGregor. E non vanno perdonati neanche loro. Sono un’immagine atemporale di ciò che vogliamo e chiediamo dallo sport. Anzi, più che atemporale, astorica. Questi atteggiamenti da prima donna non c’entrano nulla, purtroppo, con l’immagine dell’atleta, con il significato profondo che lo sport prova a veicolare attraverso sacrifici ma anche moderazione, disciplina, ordine. A cosa serve un ct se la sua linea non ti piace perché ti hanno convinto di essere la migliore di tutte e puoi condizionare un intero sistema (mediatico e societario) per far sì che venga messo, non su tua richiesta ovviamente, in croce?
È lo specchio di una società liquida? In qualche modo sì. I ruoli si sono persi e quello che conta è il grande spettacolo, il senso di una visione costruita a tavolino da buoni venditori di specchietti, che hanno visto in Egonu non solo una grande sportiva – perché lo è – ma anche una futura influencer, una ragazza simbolo per battaglie e futuri profitti che con lo sport non c’entrano nulla. Intanto lei, senza alcun apparente rispetto per “l’uso pubblico della ragione”, invece di rispettare pur non condividendo le scelte di Mazzanti si prende una pausa, facendo capire a tutti che le cose devono cambiare (e chissà che non cambino mandando a casa il tecnico).
Mazzanti è stato molto discreto nel ricordare che esiste una linea di azione, una volontà di agire e dunque un progetto a lungo termine per costruire una squadra forte puntato sulle “carte migliori”. Che Egonu non sia nel mazzo è una convinzione che inizia a diffondersi ma che fraintende completamente l’importanza dei ruoli in uno sport che può rappresentare l’Italia (più di altri) nel mondo. Pare che il poeta George Gordon Byron abbia scritto: “Nello sport puoi scegliere tra il piacere della vittoria e il piacere della sconfitta”. Egonu si è goduta, lato media, la prima fin dall’inizio di queste polemiche. Potrebbe anche iniziare a godersi la seconda.