Tutto parte da un’intervista di circa un’ora rilasciata da Paolo Maldini al giornalista Alessandro Alciato per conto di Radio Serie A, il canale tematico radiofonico curato dalla massima divisione del calcio italiano assieme a Rds. Un piccolo evento, per gli appassionati di pallone, non solo per la caratura del personaggio ma anche per il fatto che Maldini è noto per parlare di rado. Se non che già venerdì 10 maggio Alciato rivelava inaspettatamente, sui suoi canali social, di aver ricevuto “pressioni per non mandarla in onda”. Dalle pressioni alla minaccia di azioni legali, il passo è stato breve. Il legale di Maldini ha diffidato “chiunque dalla reiterazione di tali comportamenti” (cioè, il tentativo di censura), causando una polemica a cui la Lega di Serie A ha subito risposto esponendo la propria versione dei fatti. Nessuna censura, secondo la principale istituzione del calcio italiano per club: “L'intervista integrale è stata trasmessa due volte sulla radio il 9 maggio” precisa la replica, che aggiunge che le principali redazioni giornalistiche avevano anche ricevuto la sbobinatura completa. Il video, però, sarebbe stato posto “in modalità non in elenco” nella giornata di giovedì, e in seguito rimessa pienamente accessibile sul canale YouTube della Serie A, dove infatti la si può ancora vedere.
Perché è successo tutto questo? Secondo la Lega, il motivo è che subito dopo la sua uscita il video era stato bersagliato da commenti negativi, “anche al protagonista dell’intervista” (cioè a Paolo Maldini). In effetti, risalendo ai primissimi commenti su YouTube si ritrovano diverse contestazioni di tifosi milanisti contro la società rossonera, al momento in rotta con i propri sostenitori a causa delle brutte prestazioni della squadra e dell’incertezza sul futuro della guida tecnica. L’attuale allenatore Stefano Pioli, dopo lunghe contestazioni, non verrà riconfermato per la prossima stagione, ma quella che nei giorni scorsi era stata l’alternativa più probabile - lo spagnolo Julen Lopetegui - è stato criticato dai tifosi sui social prima ancora che si trovasse un accordo, costringendo la dirigenza a fare marcia indietro. In tutto questo, negli ultimi due turni di campionato la Curva si è astenuta dal tifo, come forma di protesta. È una spiegazione sufficiente? Fino a un certo punto, perché Alciato ha parlato espressamente di pressioni per impedire l’uscita dell’intervista, quindi di una forma di censura preventiva, presumibilmente dovuta ai contenuti del video. La Serie A smentisce, ma non è chiaro perché il giornalista, che è un collaboratore della Radio della Lega, dovrebbe inventarsi qualcosa del genere. La Lega di Serie A è un’associazione che riunisce i dirigenti delle 20 società della massima serie italiana, motivo per cui i maligni sospettano che queste pressioni non possano che essere arrivate dal Milan. L’attuale dirigenza rossonera e la proprietà di cui è espressione - il fondo statunitense RedBird - sono in pessimi rapporti con Maldini, che è stato responsabile dell’area tecnica del club fino al giugno 2023, quando lui e il suo fidato collaboratore Frederic Massara sono stati licenziati, nonostante avessero ancora un anno di contratto.
Una rottura che aveva visto molti tifosi schierarsi con l’ex-capitano, considerato da molti il vero artefice dello scudetto del 2022. Da allora, l’argomento Maldini è diventato fondamentalmente tabù in via Aldo Rossi. Ma anche questa spiegazione non basta a capire il perché di questo presunto tentativo di censura: se l’intervista è stata approvata, perché provare poi a ostacolarne l’uscita? Anche perché, se ciò che è pubblicato sul canale YouTube della Serie A è il video completo, non c’è praticamente nulla di davvero sconveniente tra le cose dette da Paolo Maldini. Se non quando, alla domanda sul fatto se vada ancora allo stadio a vedere il Milan, il dirigente risponde: “No, è logico”, lasciando Alciato un po’ spiazzato dalla risposta. E dire che, pochi minuti prima, il giornalista aveva commentato sicuro: “Chi si aspetta delle polemiche in questa intervista si sbaglia”. Parole che, col senno di poi, non possono far sorridere, ma che potrebbero anche sembrare un messaggio a chi, magari proprio in Lega, temeva che dalle dichiarazioni di Maldini sarebbe uscito qualcosa di controverso. Paradossalmente, nel finale è proprio Alciato a lasciarsi scappare il commento che potrebbe aver fatto indispettire qualcuno a Casa Milan. Spiegando come venne scelto per diventare dirigente rossonero, Maldini racconta che ai dirigenti chiese se fossero davvero sicuri di volerlo, vista la sua storia come leggenda del Milan, con tutto l’ingombro in termini d’immagine che ciò comporta. E qui l’intervistatore commenta sorridente: “Sì, forse non eran del tutto sicuri…”. Certo, quando Maldini è stato coinvolto nella gestione dei rossoneri la proprietà era ancora in mano al fondo Elliott, ma il presidente del club era già allora Paolo Scaroni, che a fine aprile 2024 ha battibeccato a distanza con l’ex-capitano rossonero. Allora forse tutto questo non è che l’ennesimo capitolo di un diverbio che va avanti da oltre un anno.