La Sic58 Squadra Corse non è, e non è mai stata, una squadra come le altre. Paolo Simoncelli ce lo ricorda ad ogni buona occasione e i comunicati stampa con cui commenta personalmente ogni Gran Premio non fanno eccezione. È ricominciato il mondiale e, con lui, le parole di Paolo nel dopogara, che stavolta ha cominciato parlando della guerra: “Abbiamo visto le regioni cambiare colore, abbiamo creduto al “chiudiamo adesso per poter uscire a Natale”, ci siamo vaccinati due, qualcuno anche tre volte, abbiamo accettato il green pass perché la parola green (verde) ci dava speranza ma alla fine l’hanno dovuto far diventare super che il green da solo non valeva più niente - le sue parole - Ora non si parla più di covid perché alle porte d’ Europa si parla di guerra. Ma nell’assurdità di oggi da cui si deduce che l’ uomo non impara dalla storia, in cui sembra tutto fuorchè normale, ripartire con il mondiale ha avuto il sapore di libertà quella libertà che da tanto, troppo non stiamo assaporando”.
La vittoria di Enea Bastianini al debutto con il nuovo team, con Nadia Padovani sul podio, era una storia troppo bella per non essere raccontata: “Il team di Fausto vince al debutto in MotoGP. Vincono la loro prima gara in MotoGP, vincono senza di lui. Questa è la notizia che merita di aprire il nostro comunicato. Manca Fausto con quel suo modo di ridere, di scherzare. Sono contento che un pilota serio, di poche parole e aggressivo quando serve, come Bastianini, sia riuscito a trionfare dedicandogli la vittoria. Sul podio delle tre categorie per tre volte, l’inno di Mameli ha riecheggiato nel cielo del Qatar, a discapito di tutto quello che è stato detto in questi mesi sulla fine del motociclismo Italiano”, il commento di Simocelli.
Poi parla del suo weekend di gara, con Riccardo Rossi e Lorenzo Fellon. Un inizio complicato: “Non è del tutto negativo il bilancio di questo week end; difficile, impegnativo ma soddisfacente sotto certi aspetti, qualcosa di buono l’abbiamo fatto. Il venerdì siamo stati sempre davanti, poi nel momento in cui bisognava affondare i denti, abbiamo perso di lucidità che insieme a un po’ di sfortuna ci hanno portati nelle retrovie della griglia, posizioni inadatte a noi, che non sento nostre. Domenica… dopo varie riflessioni sono arrivato alla conclusione che ne Lorenzo ne Riccardo hanno ben chiaro il concetto di warm up. Immaginatevi la mia faccia quando entrambi si sono stesi a un’ora dalla gara. Alla fine con Rossi abbiamo portato a casa il 12° posto mentre con Fellon 0 punti, steso dal nostro amico Tatsuki che ha commesso un errore al 3° giro. L’ anno scorso nello stesso comunicato post Qatar scrivevo: “Siamo stati fortunati a non venir coinvolti nelle cadute degli altri, ce ne sono state parecchie, essendo i primi GP i rookie hanno voglia di dimostrare…” sbagliando avevo imputato la colpa solo alle new entry di categoria".
Ma Paolo Simoncelli, che ha fatto della schiettezza un marchio di fabbrica, non ha risparmiato qualche critica ai suoi piloti: “Rossi mi ha piacevolmente sorpreso, prende tutto con ironia e sono convinto che riusciremo a migliorare e toglierci delle soddisfazioni. Deve solo capire che c’è una netta differenza tra gareggiare divertendosi e correre giocando”.
Poi, invece, attacca Lorenzo Fellon. Anzi, attacca il padre, che per anni ha fatto da manager a Johann Zarco prima che il pilota francese decidesse di rompere definitivamente i rapporti con l’ex parà: “Fellon sa andare in moto, è un ragazzo dolce e testardo che sta affrontando un momento difficile, ha le doti giuste ma deve saper aspettare. Io capisco l’ansia dei genitori, ma bisogna essere capaci di dosare l’eccesso. L’eccesso non va mai bene anche quando si è in buona fede. Sono stato babbo anche io di un pilota e ammetto le difficoltà, sono sicuramente stato ingombrante certe volte. Per un figlio esserci è importante ma bisogna fare attenzione tra sostenere e opprimere il filo è sottile. I genitori - conclude poi - possono essere coloro che li prendono per mano e accompagnano alla vittoria o quelli che li fanno esplodere… come i fuochi d’ artificio in Qatar, spettacolari si, ma con il rischio che poi si spengano, metro dopo metro”.
Un avviso chiaro che, per certi versi, ricorda quanto fatto dal Team Leopard con Dennis Foggia, quando Christian Lundberg (a metà stagione 2021) si è detto costretto ad allontanare il papà di Dennis dal box per non rovinarne le prestazioni. I risultati se non altro gli hanno dato ragione.