La rivincita di Antonio Giovinazzi nel mondo del motorsport ha i tratti definiti di una fotografia che resisterà al tempo: lui in piedi, sul podio della gara automobilistica più storica e incredibile di sempre, visibilmente emozionato, circondato dai compagni di squadra. Al collo una corona d'alloro, di quelle che appartengono a un tempo antico, tra le mani il trofeo della 24 Ore di Le Mans. Ed è vestito di rosso, Antonio Giovinazzi. Perché nel giorno più bello, in quello più importante per la sua carriera, il pilota italiano è vestito con i colori del sogno che ha sempre avuto: quelli della Ferrari.
Una Ferrari che ha sognato, con cui ha giocato e ha immaginato un futuro al volante, in Formula 1. È vestito come l'Antonio bambino quel ragazzo di quasi 30 anni che, tra le lacrime, alza il trofeo dei sogni. Ha vinto la 24 Ore di Le Mans all'esordio, riportando la Ferrari sul tetto del mondo dopo 50 anni di assenza dalla storica maratona delle quattro ruote, e lo ha fatto restituendo ai tifosi italiani la gioia di vedere il Cavallino davanti a tutti, più in alto di tutti, in un periodo di grande difficoltà per la scuderia di Maranello nel motorsport.
L'immagine, quell'immagine perfetta di un Antonio Giovinazzi felice, stracolmo di un'emozione che non contiene, ha fatto il giro del mondo fino a tornare a casa, a Martina Franca in Puglia, dove papà Vito Giovinazzi l'ha messa come fotografia del suo profilo WhatsApp. Quando ci sentiamo al telefono è quindi quella la prima cosa che si vede, chiara come l'orgoglio di un padre che ha visto il figlio vincere le delusioni, ricominciare, crederci fino a far credere - e godere - anche tutti gli altri. Papà Vito, giorni dopo la vittoria di Antonio, ancora fa fatica a crederci: "L'emozione che ci ha regalato mio figlio è indescrivibile, soprattutto perché è arrivata dopo tanti anni di sacrifici e ostacoli da superare. Non è solo tornare a vincere ma è farlo con la Ferrari e in una gara storica, complicata e bellissima come la 24 Ore di Le Mans".
Una vittoria in rosso che per un cuore ferrarista come quello di Antonio, racconta Vito, vale ancora di più: "Lui da piccolo ha sempre sognato la Ferrari, è sempre stata nel suo cuore. Girava con i kart vestito con la tuta del Cavallino, e diceva sempre di voler correre con la Ferrari. Prima che entrasse in Formula 1 avevamo avuto altre proposte ma per lui il rosso è il rosso, quindi vederlo finalmente vincere con la squadra dei suoi sogni ha triplicato l'emozione di tutti".
Le lacrime di Giovinazzi sono così diventate quelle di tutti gli amici e gli abitanti di Martina Franca, dove Vito ha seguito l'impresa del figlio da lontano: "Ho visto la gara con tutti quelli del Fan Club ed è stato ancora più bello perché non l'ho vissuta da solo a casa ma con tanta gente. Avevamo organizzato lo schermo gigante in piazza, poi a causa della pioggia abbiamo usato quello del Fan Club. C'era anche il sindaco di Martina Franca, che ora vorrebbe organizzare una grande festa per lui".
Va festeggiato, Antonio, anche - e forse soprattutto - perché non si è mai dato per vinto. La strada per arrivare in Formula 1 è stata complessa e l'addio, doloroso nel 2021, ha reso ancora più difficile la sua strada: "Sappiamo bene che l'addio dalla F1 non è arrivato a causa delle sue prestazioni - racconta Vito Giovinazzi - ma dovuto ad altre cause esterne questo rende tutto più difficile da digerire. Non voglio dare la colpa a nessuno perché sappiamo bene che il mondo delle corse è fatto così però credo che Antonio sia uscito dalla Formula 1 a testa alta, facendosi valere anche nel confronto con un compagno di squadra come Kimi Raikkonen che è un campione del mondo".
Ha continuato a credere nella Ferrari e la Ferrari ha continuato a credere in lui: "Antonio non si è mai arreso. Coletta ci ha creduto tanto, lo ha voluto fortemente in squadra e quindi anche lui è da ringraziare. Poi mio figlio è sempre rimasto a Maranello, sono quasi otto anni che è lì, e non ha mai smesso di avere fiducia nell'azienda. Questo alla fine, insieme al suo talento e al suo impegno, ha pagato e ci ha regalato questa emozione grandissima".
Non si sono ancora visti, papà Vito e Antonio, si vedranno a Monza in occasione del prossimo appuntamento con il WEC e poi ad agosto a casa, in Puglia, per un po' di meritate vacanze. Nel mezzo si sentino, si chiamano e si scrivono, con quella prima indimenticabile chiamata dopo la vittoria della 24 Ore: "Quando ci siamo sentiti dopo la gara, io che sono molto sensibile, ho pianto. Non avevo proprio la forza di parlare, di dirgli qualcosa. Ma è stato bello così. Ho visto un sorriso sul viso di mio figlio che non vedevo da tanto tempo".