Francesco Bagnaia ha corso una seconda metà della stagione da protagonista assoluto. La vittoria che in MotoGP sembrava non arrivare mai non solo è arrivata, è anche stata ripetuta. Ad Austin Bagnaia ha chiuso sul podio, non senza essersi guadagnato la terza pole position consecutiva. Ecco perché ormai è entrato di diritto nella ristretta schiera di piloti capaci di giocarsi il titolo. In un’intervista alla CNN, Bagnaia racconta sé stesso, dal soprannome “Pecco” al rapporto con Valentino Rossi. Ecco i passaggi più interessanti: "Mia sorella ha solo 20 mesi più di me - spiega Bagnaia - e quando eravamo piccoli chiamarmi 'Francesco' era difficile per lei, quindi mi chiamava 'Pecco, Pecco, Pecco!' ogni mattina così, e mi piaceva”.
Poi racconta una sensazione che, anche in MotoGP, hanno provato davvero in pochi: vincere da pilota italiano, con una moto italiana, in Italia: "Una vittoria è sempre una vittoria, ed è speciale. La prima vittoria, ad Aragon, è stata per me un grande momento, molto emozionante, ma farlo davanti ai nostri tifosi è stato per me un sogno. Quando ho guardato la folla di tifosi Ducati in tribuna, ero molto emozionato. Perché vedevo che c'erano anche mia mamma, mio fratello, i miei amici, e vedere tutte queste persone che urlavano per me è stato fantastico".
A questo punto Pecco spiega alla CNN “L’Allegria”, il brano di Gianni Morandi scritto da Jovanotti che Bagnaia - dopo aver preso parte al video girato al Ranch di Tavullia - ha voluto omaggiare con un casco speciale per Misano: "Sono un grande fan di Gianni Morandi e Jovanotti, Lorenzo è il mio idolo nel mondo dello spettacolo e, quando ci hanno chiesto di fare il video, ero molto emozionato perché la mia canzone preferita è sua, quindi è stato strano che ci chiedesse di fare un video come questo. Siamo stati sulla moto, abbiamo ballato… è stata una giornata davvero fantastica e mi sono divertito molto. Gianni Morandi e Jovanotti sono due personaggi incredibili e quindi è stato molto, molto bello farlo".
Ecco perché la scelta del casco è stata facile: ”Stavo pensando, cosa ti dà Misano? Per me è come casa e la casa è divertente, è ‘allegria’! Correre in casa è sempre una bella sensazione, e tutti i giorni hai il sorriso stampato in faccia perché sai che tutte le persone che arriveranno urleranno per te, ed è qualcosa che senti, quindi l’allegria era una dedica perfetta a Misano”.
Non manca un passaggio sugli inizi, quando Pecco viveva ancora a Chivasso, nel torinese: “Lì a Torino, gli unici sport in cui puoi avere un'ambizione sono lo sci o il calcio”, ha spiegato alla CNN. "A scuola non era facile avere supporto perché andavo sempre via per una gara e loro chiamavano mia madre dicendo: 'ah tuo figlio non è a scuola, cosa sta facendo?’”. Ora, però, le cose stanno cambiando: ”Se penso a due o tre anni fa riuscivo a camminare tranquillamente nella mia città, ma ora sta diventando più difficile - ride - ora tutti conoscono la MotoGP ed è molto bello da vedere".
Il debutto in MotoGP, ad ogni modo, è stato piuttosto complesso: “Lottavo continuamente con la moto per trovare il feeling all'anteriore. Cadevo sempre, ma senza sapere il perché. Quindi, era difficile correlare l'incidente con qualcosa, e quando è così perdi fiducia. Quest’anno ho deciso di investire il mio tempo solo per imparare, per migliorarmi. Dall'inizio ho solo imparato molto su come gestire le gomme, per essere sempre costante e veloce, e non andare oltre il limite”. Ha dichiarato Bagnaia.
Pecco racconta anche il suo punto di vista sugli incidenti che, quest’anno, hanno tolto la vita a Jason Dupasquier, Hugo Millàn e Dean Berta Vinales: "Abbiamo già perso tre giovani piloti quest'anno. L'ultimo aveva la stessa età di mio fratello, se ci penso è qualcosa di davvero terribile. Quando decidi di correre con una moto accetti anche il fatto che stai correndo un rischio. Adesso le vie di fuga sono molto grandi e non ci sono muri in pista, quindi per noi è più sicuro. Ma il problema resta quando cadi e rimani in pista. È qualcosa che non puoi gestire. In Supersport 300, dove ha perso la vita Vinales, ci sono 40 piloti con moto che vanno piano. Quando va così questo tipo di incidenti possono capitare più spesso... in queste altre categorie quando cresci, prima correre nel mondiale, sarebbe importante che ci fossero meno piloti in pista”.
Bagnaia spiega anche che il secondo GP a Misano, il prossimo 24 ottobre, sarà decisamente diversa rispetto al primo round di metà settembre: "Di sicuro non sarà facile ripetere la vittoria, perché le condizioni saranno così diverse. Il 24 ottobre in Italia fa molto freddo, quindi vediamo cosa succederà. Ad ogni modo penso che con il passo in avanti che abbiamo fatto quest'anno, con il mio feeling con l'anteriore, il freddo non sarà un problema”. Passata Misano, l’ultima di Valentino Rossi in casa nonché la prima opportunità di Fabio Quarrtararo per vincere il titolo, la MotoGP tornerà in Portogallo, per poi concludere come da tradizione a Valencia: "Portimao è un'altra pista che mi piace, lì ho fatto un podio ed ero molto competitivo; a Valencia non sono mai stato competitivo e ho sempre faticato molto, è una pista dove non mi sento bene. Quest’anno però tutto deve cambiare perché voglio davvero stare davanti".
Un’ultima battuta, infine, è per Valentino Rossi: "Non sarà facile accettare il fatto che non correrà l'anno prossimo - ha spiegato - Fin dal mio primo anno di Moto3 lui c'era, e dal 2014 abbiamo iniziato a condividere la nostra giornata anche a casa. Non riesco a pensare al prossimo anno perché è molto difficile da accettare. Sarà molto strano. Ricordo benissimo la prima volta che ho incontrato Valentino, stavamo cenando... e Vale con il nostro allenatore è venuto al ristorante. Ero molto nervoso all'idea di incontrare il mio idolo. Era strano avere il mio idolo di fronte a me e stringergli la mano. Ora siamo buoni amici, parliamo molto del mio campionato. Nell’ultimo mese mi ha sempre incoraggiato ad essere il migliore, a migliorarmi ogni volta".