È stata una domenica grigia quella di Pecco Bagnaia in Argentina. Grigia come il cielo di Termas de Rio Hondo, grigia come un qualcosa che resta distante dal disastro nero ma anche lontana dalla luce chiara della salvezza. Né carne né pesce, un passo gara dignitoso ma non eccellente: in ventiquattro giri è salito per sette volte sopra il muro dell'1'39", Marquez ha sforato quella parete solamente all'ultimo passaggio, quando ha rallentato per festeggiare. Un quarto posto da cui scaturiscono tredici punti iridati che faranno sì classifica ma questa volta, a differenza di quanto accaduto in Thailandia, non aiutano il morale. Pecco si aspettava di più dopo aver ritrovato buone sensazioni tra il venerdì ed il sabato di Termas, gli appassionati si aspettavano di più da lui dopo averlo visto partire col coltello tra i denti: bruciato Zarco allo start, Bagnaia ha provato a liberarsi di Alex in curva 5 per mettersi da subito negli scarichi di Marc, ma il più giovane dei fratelli Marquez ha incrociato la traiettoria e riportato il pilota di Chivasso nelle grinfie della Honda LCR. Pecco è andato largo un paio di volte alla sette rintuzzando le velleità del francese, poi nulla ha potuto quando Franco Morbidelli si è infilato perentoriamente all'interno della sua traiettoria al quarto passaggio. Lì è terminata la gara di Bagnaia, che ha completato altri venti giri nel limbo di chi vive sospeso sul filo della sfiducia: in sei giornate ufficiali di MotoGP 2025 non abbiamo ancora visto il vero Pecco, e la questione comincia a farsi allarmante.
Se in Thailandia il 63 aveva indicato il posteriore Michelin come principale fonte dei suoi guai ("voglio capire cos'è successo", disse a Gigi Dall'Igna dopo la gara), questa volta è stato lo stesso Direttore Generale di Ducati Corse a intuire dalle immagini televisive che Pecco avesse problemi con lo pneumatico anteriore. Ma Bagnaia, ai microfoni di Sky, ha preferito sorvolare, concentrandosi piuttosto su alcune sue lacune: "Accenno anch'io all'anteriore, ma dico che oggi ho semplicemente faticato ad avere un passo che mi permettesse di provare a lottare almeno per il terzo posto. Sono partito bene, mi sono messo subito davanti, ma dopo qualche giro ho iniziato ad avere difficoltà a far funzionare la gomma dietro. Non sono stato bravo a gestirla probabilmente, non che sia andato tanto più piano dei primi, ma quel decimo o decimo e mezzo al giro che alla fine sommati hanno creato il distacco di cinque secondi sul traguardo. Nonostante abbia provato alla fine ad avvicinarmi a Franco, non sono mai riuscito davvero ad agganciarlo. Lui è stato bravo, ha spinto molto con la soft ma alla fine è stato costante. C'è da lavorare, bisogna capire un po' di cose, non ho il feeling dello scorso anno e dobbiamo tornare ad averlo".
Analisi della gara archiviata, Pecco chiarisce un paio di aspetti importanti. È possibile che questo avvio al di sotto delle aspettative abbia innescato una spirale negativa che condiziona Bagnaia nel momento in cui abbassa la visiera? Risposta secca: "Io faccio il massimo ogni volta che entro in pista, faccio quello che posso. Il mio massimo oggi era fare quarto. Appena riuscirò a tornare ad avere il mio feeling solito, lotterò per il primo posto, che è la posizione che mi spetta. Non sono un pilota da quarto posto e neanche da terzo. È vero che questa non è una pista congeniale, ma di solito - anche se una pista non è congeniale - non finisco quarto. Quindi c'è da fare un altro step".
È il momento più difficile da quando si trova in Ducati ufficiale? Domanda interessante, risposta altrettanto densa: "Direi che l'inizio dell'anno scorso è stato più complicato. Avevamo preso una strada completamente sbagliata, che poi avevamo rimesso in bolla a Jerez. Vero che avevo vinto in Qatar, ma perché Lusail mi viene particolarmente bene, ma poi feci zero a Portimao e quinto ad Austin. Diciamo che l'anno scorso è stato l'inizio peggiore, però al momento sono già a 31 punti dalla vetta. Bisogna dare uno scriccotto a questa situazione, perché anche se le piste dopo Austin saranno più favorevoli a me, recuperare tanti punti ad un pilota come Marquez che non fa errori è difficile".

Alle frasi sulla classifica e su Marquez vanno attribuiti segnali positivi. Pecco non fa il disinteressato, non fa quello che siccome è in difficoltà deve guardare esclusivamente al proprio orto e dimenticarsi delle eventuali distrazioni provenienti dagli altri. La classifica la studia eccome, mezz'ora dopo la fine della gara sa già quanti punti lo distanziano da Marc. L'obiettivo è il Mondiale, due weekend di gara leggermente opachi non gliel'hanno fatto dimenticare. Usa il termine scriccotto, che in pilotese può significare diverse cose: strappare, scuotere una situazione che altrimenti rischierebbe di cicatrizzarsi, darsi un pizzicotto e forzare se stessi per ottenere una reazione nervosa. Ad Austin, tra due settimane, Pecco Bagnaia difficilmente si presenterà con la mentalità "o tutto o niente" che Valentino Rossi adoperò a Laguna Seca 2008 per interrompere il filotto di vittorie di Casey Stoner: siamo ancora all'alba del campionato, troppo presto per rischiare così tanto. Ma mai dire mai.