Vedere Pecco Bagnaia come lo abbiamo visto in Indonesia non può che essere un dispiacere a prescindere dal tifo e dalle simpatie di ognuno, a maggior ragione dopo la tripletta (Pole, Sprint e gara) ottenuta in Giappone solo una settimana prima. Eppure, siccome la MotoGP è sport e tecnica e non l’oroscopo, una spiegazione bisogna provare a cercarla, se non altro per amore del mestiere di giornalista, un mestiere che in casi come questo sa essere decisamente antipatico.
Per risolvere la questione occorrerebbe essere lì dentro, una mosca nel box, non potendo farlo ci dobbiamo accontentare della logica e approcciare la questione come se fosse una puntata di Indagini o, per chi non fosse un appassionato del genere - si fa sempre in tempo a rimediare - come una qualsiasi serie crime, da Montalbano al Detective Conan.

La prima cosa da capire, quindi, è il motivo dietro i meravigliosi risultati in Giappone: Alessio Salucci ha raccontato di aver prestato a Bagnaia, dietro richiesta Ducati, la moto di Franco Morbidelli per i test di Misano, cosa che ha portato la squadra di Pecco a modificare una delle due moto in vista della gara a Motegi con quelle soluzioni. Arrivati in pista Bagnaia si trova bene, finisce il primo turno al primo posto, chiede di modificare anche la seconda moto come la prima e procedere a vincere tutto il possibile, un triplete degno di un 3 volte campione del mondo.
C’è qualcuno che crede, a questo punto, che Bagnaia abbia corso con una GP24, il che sarebbe contro il regolamento per una questione di omologazione del motore. È possibile? Difficilissimo, Ducati non rischierebbe una squalifica nel giorno in cui va a vincere il mondiale piloti, anche considerando che dare uno strumento simile a Pecco significherebbe esporsi a eventuali ritorsioni. Altra possibilità è che a Bagnaia sia stato detto di avere una GP24 in Giappone quando in realtà la moto era una GP25: difficilissimo anche questo, anche perché scoprirsi veloce con la moto di quest’anno gli avrebbe dato tutta la motivazione necessaria.
Risposta razionale: a Motegi, Pecco ha corso con una GP25 ritoccata per avere tutta la componentistica possibile della GP24, dall’anteriore all’abbassatore.
Arriviamo così in Indonesia, dove i risultati sono diametralmente opposti al Giappone. Per qualcuno, Ducati ha dato a Bagnaia un catorcio, una moto montata al contrario per ‘rimetterlo al suo posto’ in modo da farlo allontanare dal team a fine stagione: perché la sua squadra dovrebbe mettersi contro sé stessa? Gli uomini di Pecco sono gli stessi da 5 anni, lavorano con lui e ci vivono assieme, screditare il pilota significherebbe screditare loro stessi. È altamente improbabile, anche considerando che il volere degli sponsor è tutt’altro e che Marc Marquez non ha certo bisogno di favoritismi, specialmente adesso che il mondiale l’ha vinto.
Un’altra cosa che si può pensare è che ci sia stato un problema di setting o una gomma fallata: nel primo caso avvisarci sarebbe stata premura del pilota (o di Davide Tardozzi, che si è presentato alle interviste), se invece fosse stato un problema di Michelin non avremmo visto queste prestazioni sia il sabato che la domenica. Invece Davide Tardozzi ha raccontato che che se Pecco dopo la gara era “devastato”, che se si fosse presentato alle interviste lo avrebbe fatto “in lacrime” e che Ducati vuole aiutarlo a trovare serenità in vista dell’Australia.
Ricapitolando: è quasi impossibile che abbia corso con una moto tutta diversa in Giappone, dove ha vinto, ed è quasi impossibile che la sua squadra abbia remato contro di lui. È molto difficile invece, ma pur sempre più probabile delle altre due opzioni, che Pecco abbia corso a Motegi con la testa sgombra e con l’idea di aver trovato delle soluzioni a Misano, per poi subire il contraccolpo di un circuito ostico alla Ducati in Indonesia. Il tempo, come sempre, ci darà delle risposte più chiare, di certo non sono queste le posizioni di Pecco e difficilmente le cose si risolveranno soltanto col tempo. Resta da capire come cambieranno gli equilibri nel box ora che Marc Marquez passerà un paio di settimane in riabilitazione e la sua moto verrà affidata (almeno presumibilmente) a Michele Pirro, che potrebbe anche lavorare a fianco di Bagnaia per risolvere i suoi problemi.
Magari, chissà, sarà la volta buona.

