Marco Bezzecchi che domina poi fa un macello, Marc Marquez che si spezza le ossa, Pecco Bagnaia che si spezza il cervello, Fermin Aldeguer che vince la prima, Pedro Acosta che torna sul podio, Alex Marquez che è vicecampione del mondo e i soliti drammi – e non solo drammi – della MotoGP. Sì, di questo abbiamo già raccontato tutto, noi come gli altri, ma forse tra i tanti temi messi sul piatto dal GP d’Indonesia, è finito per passare in secondo piano tutto quello che è successo tra Moto 3 e Moto 2. Ok, sarà anche vero che Liberty Media vuole relegare i due campionati che da sempre accompagnano la MotoGP un po’ nelle periferie della visibilità (e pure del paddock) però attenzione, perche è lì che nasce il futuro. E forse Liberty Media lo sa benissimo, visto quello che è successo in Moto2, ma prima c’è da raccontare che in Moto3, esattamente sul circuito di Mandalika, s’è definitivamente accesa una nuova stella: José Antonio Rueda.

Abbiamo un altro Campione del Mondo
Ha vinto il titolo mondiale, ma questo era prevedibile, solo che lo ha fatto come riesce solo a quelli che il talento ce l’hanno veramente e portandosi a casa pure un mezzo record: salire sul tetto del mondo a 19 anni (ne compirà 20 il prossimo 29 ottobre). La gara, per lui, non era iniziata nel migliore dei modi: partenza dalla nona posizione, frizione che fa i capricci e quattordicesimo posto nei primi giri, mentre davanti si scatenava il solito caos della Moto3. E’ rimasto freddo e, quasi come un Marc Marquez dei vecchi tempi, ha ricostruito tutto quello che c’era da ricostruire fino a arrivare a far sentire il fiato sul collo a Fernandez e Munoz che sono finiti per toccarsi costringendo i commissari alla bandiera rossa. Vittoria per Rueda, quindi, e matematica certezza d’essere campione del mondo (anche se non si capisce bene se Liberty media vuole o meno questa definizione). "La verità è che è incredibile tutto questo – ha detto il ragazzino di Losa Palacios - Ricordo tutti quei momenti in cui così tante persone non credevano in me e dovevo andare avanti. Grazie a KTM, ai miei genitori per tutto il loro supporto e a tutti quelli che sono stati lì per me a casa. Sono senza parole. Grazie a mio padre per avermi insegnato così tanto, per avermi mostrato disciplina. Sono molto felice, molto emozionato".
Ma chi è, e che storia ha, questo Rueda?
E’ il secondo di cinque fratelli, Rueda, e è cresciuto in paesino di quattrocento abitanti dove, come ha raccontato lui stesso, "ci sono solo campi, capre e trattori". Ma, evidentemente, dove arriva pure l’odore buonissimo della passione per i motori, con una famiglia che ci ha messo l’anima per far correre quel ragazzino, fino a vederlo esordire nel mondiale nel 2021. Poi, nel 2022. Il titolo nella Red Bull Rookies Cup che gli ha spalancato le porte del team Ajo KTM. Quest’anno ha vinto nove volte, con cinque pole conquistate e trecentoquaranta punti messi nel sacco che gli hanno garantito, oltre al titolo mondiale, anche l’accesso in Moto2 dall’anno prossimo, sempre con KTM e il Team Ajo.
Luca Lunetta e Guido Pini dalla polvere alla luce
E’ tutto quello che c’è da dire sulla Moto3 a Mandalika? No, perché Rueda sul podio c’è salito con Luca Lunetta e Guido Pini. Entrambi italiani, entrambi sfortunatissimi in questa stagione e con un Pini che il giorno prima aveva pure rischiato di farsi male (di nuovo) veramente. Per Lunetta si tratta di un ritorno tanto atteso quanto meritato, visto che il pilota del Team Sic58 aveva dovuto fare i conti con un grave infortunio patito ad Assen a metà stagione, che lo aveva tenuto lontano dalle piste per settimane. Ancora più speciale la gioia di Guido Pini: il pilota mugellano dell'Intact GP è al suo primo podio della carriera nel Mondiale. Partito dalla decima posizione, Pini aveva perso terreno nelle prime fasi, ritrovandosi fuori dalla top 10, ma è riuscito a risalire fino al quarto posto quando la bandiera rossa ha interrotto la gara. La penalità a Quiles lo ha poi promosso sul podio.
Moto2: lo “strano” colpo di scena che riapre tutto
Se la Moto3 ha avuto il suo finale da favola, la Moto2 ha vissuto uno di quei colpi di scena che profumano di buonissimo per i complottasti più accaniti. Sì, perché sarà anche vero che Liberty media vuole ridimensionare un po’ le categorie minori, ma non sarà che ci ha messo le mani? Ora, detta così sarebbe pure grave e figuriamoci se può essere davvero quello che è successo, però il dato di fatto è che il mondiale di Moto 2 adesso è apertissimo. Perché Manuel Gonzales, leader del mondiale e ieri secondo a Mandalika appena dietro a Diogo Moreira, s’è ritrovato squalificato quando era già in volo per ritornare a casa. Il motivo? La sua squadra avrebbe utilizzato una centralina non aggiornata. Durante i controlli tecnici post-gara, si legge nel comunicato diffuso da Dorna, i commissari hanno trovato la versione M2_v13b2_SYS_v02.clx caricata nell'elettronica della moto, una versione non corrispondente a quella approvata. E adesso i punti di vantaggio su Diogo Moreira, che tra i due è anche quello che l’anno prossimo sarà in MotoGP, sono solo 9. Senza dimenticare che a riavvicinarsi è anche Aron Canet, ieri partito ventunesimo e protagonista di una rimonta pazzesca fino al quarto posto. Ora Canet, infatti, è a soli trentatre punti dalla vetta.
