Rispetto all'anno scorso Pecco Bagnaia è partito per le vacanze con uno spirito completamente diverso. Nel 2022, prima della pausa estiva, il numero 63 lasciava Assen dal gradino più alto del podio - è vero - ma senza essere il testa al Mondiale. Dodici mesi fa, in sostanza, il ducatista di Chivasso era quarto in classifica piloti, con 66 lunghezze di distacco dal leader Fabio Quartararo. Oltre a questo, Pecco si caricava sul groppone il peso di quattro "zeri" e altrettante cadute su dieci domeniche di gare costellate di continui alti e bassi; saliscendi che furono i connotati di una prima metà di stagione mai del tutto convincente. Oggi, invece, Pecco Bagnaia porta fieramente il numero Uno sul cupolino e, da Assen, è decollato dopo aver vinto e convinto tutti. Adesso Pecco guida il campionato con 35 punti di vantaggio su Jorge Martin, con cinque successi nelle Gare tradizionali, quattro trionfi nelle Sprint Race del sabato e quattro pole position.
Pecco Bagnaia sta praticamente dominando questa MotoGP e, come spesso capita ai serial winners, gli è stato chiesto se si sentisse effettiamente il nuovo eroe della top class. Pecco, restando fedele al tema dei paragoni con il passato, ha espresso il suo punto di vista con estrema chiarezza e lucidità, senza nascondere la propria disapprovazione nei confronti della sempre più frequente narrazione epica che si adopera per rievocare le gesta degli sportivi. Ai microfoni dei colleghi tedeschi di Speedweek, successivamente, il pilota di Chivasso ha gettato uno sguardo anche alla Formula 1 e ad una fetta di pubblico spagnolo che, ultimamente, sembra trascurare la MotoGP per dedicarsi ai beniamini connazionali delle quattro ruote: "Questa storia dei personaggi eroici non mi piace perché penso che tutti dovrebbero mostrarsi come sono veramente. Per me, i risultati in pista definiscono un pilota, non come si comportano e in quale ruolo si inseriscono. Le cose sono diverse ora rispetto ai giorni dei Fantastici 4 (Rossi, Lorenzo, Pedrosa e Stoner e poi Márquez). Tutti i piloti, che facciano parte di un team ufficiale o di un team privato, oggi hanno una moto che può essere vincente. In passato i team privati avevano una moto che non raggiungeva nemmeno l'80% del livello delle moto ufficiali. La situazione è molto cambiata. Penso che le persone siano molto legate al passato e commettano l'errore di confrontare i piloti del passato con quelli di oggi. Non puoi paragonarmi a Casey Stoner, che vinse il mondiale nel 2007 con la Ducati. Se parli con un giovane che ora sta iniziando a seguire le corse, sono sicuro che ti dirà che gli piace quello che faccio. Se parli con qualcuno che ha seguito tutta l'era di Valentino, Casey, Dani, Lorenzo e Márquez, diranno che Casey era migliore. Per quanto riguarda il pubblico spagnolo della Formula 1, secondo me succede la stessa cosa per le moto quando Marc Márquez è in gara. Quello che sta facendo Alonso è incredibile. Trasuda motivazione e determinazione. È l'unico che può fare una cosa del genere. È come se Valentino Rossi riapparisse improvvisamente al vertice a fine carriera. È normale quindi che, con questo incredibile Fernando in Aston Martin, il pubblico sia aumentato in Spagna".