Sì, Aleix Espargarò ha ricevuto da Suzuki la GSX-RR con cui corse in MotoGP nel 2016, il secondo dei due anni passati insieme.“Il mio tecnico Robert ha dovuto fare una deviazione da Assen per il rientro ad Andorra”, racconta Aleix nel suo ultimo video pubblicato su YouTube. “È strato a Milano nella sede di un marchio che era nel mondiale della MotoGP. Sapete che amo conservare le moto, adoro guardarle. Erano due o tre anni che stavo pressando i giapponesi, perché mi sarebbe piaciuto moltissimo avere la cosa che vi faccio vedere ora. “Come stavo dicendo, il motorhome si è fermato a Milano, che è la ex sede europea di una marca giapponese, a caricare il regalo che più mi ha emozionato in vita mia. Eccolo”.
La moto è bellissima, ma è anche profondamente diversa da quella utilizzata da Mir e Rins fino all’anno scorso: più snella, pulita nelle linee, affilata: “Non ricordavo quanto fossero piccole queste moto, lo schermo è mini. Il cupolino non copre, non ha le pance, non ha le ali. Il posteriore è piccolissimo, e la moto è veramente stretta, sembra una Kalex Moto2. Mi fa quasi piangere, ho la pelle d’oca. Questa moto è la moto del 2016, l’ultima che ho guidato. Prima di tutto voglio dire grazie infinite a Sahara san, il project leader di quando correvo in Suzuki, e a tutta la dirigenza di Suzuki Motor Company in Giappone, perché se è molto difficile avere una MotoGP italiana, averne una giapponese è impossibile. Io ho sempre avuto una buona relazione con loro, ma quando chiedevo una moto mi hanno sempre detto di no. Dopo il ritiro mi hanno contattato dicendo che gli sarebbe piaciuto darmi la moto con cui cominciò questo progetto. Pensavo fosse uno scherzo, invece dopo due anni tra contratti e altre cose ecco qui la GSX-RR numero 41 del 2016”.
Aleix ha ragione: di norma i giapponesi non vendono le moto da corsa. Non solo, la maggior parte delle volte - qui ve ne parliamo con chi le MotoGP le tratta di mestiere - quesi mezzi vengono distrutti per evitare ogni possibilità di spiaggio industriale, una pratica che con tutte le probabilità (come buona parte delle normative in Giappone) è stata messa a punto in seguito ad un episodio preciso. Un’eccezione a questa regola viene fatta, tuttavia, quando un pilota vince il titolo: è successo allo stesso Joan Mir, a Fabio Quartararo, a Marc Marquez e pure a Valentino Rossi, che però ha dovuto rinunciare ad una Honda NSR 500 in quando in quel momento si trovava in un periodo di rottura con i giapponesi. Il fatto che Suzuki abbia fatto recapitare questa moto ad Aleix Espargarò certifica due cose: la prima è che che chi ha seguito il progetto MotoGP di Suzuki ha una grandissima passione per le corse, per cuò che rappresentano questi capolavori di tecnica e stile e per quello che possono significare per chi li ha guidati. La seconda, invece, è che la possibilità di un rietro da parte di Suzuki col prossimo cambio regolamentare (previsto nel 2027) è sempre più lontana. Eppure se ne è parlato, specialmente in seguito alla crisi di Honda e Yamaha. Tuttavia, dopo aver demolito buona parte delle moto rimaste ed aver "piazzato" qualche esemplare in più come questo finito nel box di Espargarò, le possibilità che ad Hamamatsu decidano di tornare alle corse è sempre più remota.