“Le persone devono abituarsi a questi nuovi piloti. Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia non hanno la personalità forte mia, di Casey Stoner, Valentino Rossi e Dani Pedrosa: i piloti di qualche anno fa” – Sono parole di Jorge Lorenzo. Il cinque volte campione del mondo ha smesso con le corse in moto ormai da tre stagioni e adesso si gode la pensione tra un impegno e l’altro al volante della Porsche con cui corre nella CarreraCup o con in mano il microfono di DAZN Spagna con cui segue e commenta la MotoGP. Una MotoGP che a detta sua è rimasta comunque spettacolare, anche se a cambiare devono essere gli occhi di chi la guarda.
I protagonisti, ormai, sono altri e hanno altre storie e inevitabilmente il paragone con il passato rischia di diventare pericoloso oltre che poco produttivo. Su una cosa non ha dubbi: i campioni ci sono, le moto competitive pure, sono solo certi caratteri che mancano e bisognerà farci l’abitudine. “La MotoGP attuale è sana – dice - e con gare entusiasmanti. Aprilia, Yamaha, Honda e Ducati sono tutte molto competitive”. Tutte, ma una più di tutte: la Ducati. Con la Desmosedici che anche secondo Jorge Lorenzo è stata l’arma in più di Pecco Bagnaia. Senza nulla togliere al pilota di Chivasso, infatti, il cinque volte campione del mondo è convinto che in termini di talento assoluto ci siano ancora piloti migliori di Pecco. Il nome, manco a dirlo, è quello di Marc Marquez: “Il più forte è Marc Márquez e in secondo luogo direi Fabio Quartararo. Quest'anno la Ducati è stata la moto migliore. Bagnaia, Martin e Bastianini porteranno più felicità in Ducati, ma nel team ufficiale dovranno essere bravi a gestire la rivalità tra Pecco e Enea. Sono due piloti che per talento si equivalgono anche se guidano in maniera molto differente e vogliono entrambi la stessa cosa, in Ducati dovranno stare attenti”.
La rivalità nel box, d’altra parte, è qualcosa che Jorge Lorenzo conosce bene. Lui l’ha vissuta con Valentino Rossi, anche se in verità non sono mai arrivati a odiarsi davvero. “Il mio rapporto con Rossi è migliorato molto, prima eravamo due galli nello stesso recinto – ha raccontato - Quando è andato in Ducati il rapporto era migliore, quando è tornato con la Yamaha è stato di nuovo brutto. Negli anni è migliorato e mi ha invitato anche al Ranch, quindi ora è diverso. Al momento stiamo correndo in campionati diversi con le auto, lui sta progredendo molto velocemente. Sarebbe un sogno incontrarci in pista, ma questa volta sulle quattro ruote. Tutto è possibile nella vita". Che tutto è possibile, Jorge Lorenzo lo sa da sempre. Perché è stato cresciuto nel segno del “crederci e lottare”.
Lo ha raccontato anche di recente, spiegando che la sua carriera non è stata lunghissima perché, al contrario di altri, non è mai riuscito a divertirsi davvero: “La gente vede champagne e festeggiamenti. Ci vede in sella alle migliori moto del mondo, ma dietro c'è il lavoro e il sacrificio. Sono stato fortunato ad avere mio padre che da bambino mi ha instillato la disciplina: arti marziali, ginnastica e ho applicato tutto nella mia formazione – ha concluso il mariorchino - Eravamo sempre puntuali, cercavamo sempre di migliorare per essere un pilota completo. Invece di comprare una Nintendo, mi ha comprato una moto. La mia carriera è stata fantastica, ma sono arrivato al punto in cui la mia vita era molto stressante e avevo poco tempo libero. Le sessioni di allenamento erano meccaniche ed ero come un robot. Ora ho una vita tranquilla, ma è grazie al sacrificio che ho fatto per 30 anni”.