A Ducati servirà tutto per giocarsi il titolo mondiale nel 2022. La moto c’è, il pilota anche. Il problema, piuttosto, è che c’è pure Marc Marquez, rientrato in MotoGP con una Honda sensibilmente rivista e la fame di sempre. Dal canto suo Pecco Bagnaia sa come si vince un mondiale - lo ha già fatto nel 2018 - e l’anno scorso ha dimostrato di sapere anche come si arriva prima degli altri al traguardo in MotoGP. Nella seconda parte di stagione ha battuto Marc Marquez, Fabio Quartararo e Joan Mir: in sintesi, in tre gare diverse si è piazzato davanti agli ultimi tre campioni del mondo. Così a Borgo Panigale hanno pensato di rinnovargli il contratto per i prossimi due anni. La notizia in realtà era già nell’aria da fine anno e - a sentire entrambe le parti - era solo una questione di dettagli. Bagnaia sarà in una squadra ufficiale della MotoGP (almeno) fino al 2024, una certezza che ad oggi hanno soltanto lui e Marc Marquez. Per lottare ad armi pari serve anche questo.
Secondo le indiscrezioni, il torinese ha fatto quasi raddoppiare l'assegno, passato da una base di circa 800.000 euro (esclusi premi e sponsor) ai circa 1,5 milioni di euro con il nuovo contratto. Cifre che, va ricordato, sono decisamente inferiori rispetto ai numeri pre pandemia. "Essere un pilota Ducati in MotoGP è sempre stato il mio sogno - sono state le parole di Bagnaia nel comunicato ufficiale - poter continuare per altre due stagioni mi rende molto felice. Nel team ufficiale ho trovato un'atmosfera serena. Ora devo solo concentrarmi per fare bene in questo campionato”.
Situazione opposta dall’altro lato del box, dove Jack Miller (che ha fatto i complimenti a Pecco per il rinnovo) sembra già dato per perso. In ottica mercato si parla di una corsa tra Enea Bastianini e Jorge Martín per la sella dell’australiano, ma la sensazione è che tutti stiano facendo i conti senza l’oste: Jack lo scorso anno ha vinto due gare consecutive (Jerez e Le Mans) e ha chiuso il campionato al quarto posto assoluto con 181 punti. Davanti a lui c’erano solo Quartararo (278), Bagnaia (252) e Mir (208). Certo, la Desmosedici dello scorso anno era decisamente a punto, ma Jack ci ha messo del suo sia come pilota che come uomo Ducati: Miller ha aiutato Bagnaia ad Austin, mostrandogli le linee del primo settore, e ha fatto lo stesso a Misano dando tutto per tenergli lontano Marc Marquez. Davvero mandarlo via sarebbe una scelta azzeccata? Jack piace ai ducatisti e se la squadra funziona metterla in discussione potrebbe dare più problemi che vantaggi.