C’è una cosa che a Pecco Bagnaia riesce molto più facile di vincere: riuscire a farsi rompere le palle per tutto quello che fa. Dopo mesi, anzi anni che s’è predicato a destra e sinistra che in MotoGP mancano i personaggi “alla Valentino Rossi”, il campione del mondo della Ducati e il suo fan club si sono inventati una gag da mettere in scena al Mugello in caso di vittoria. La vittoria è arrivata, la gag è stata messa in scena e, puntualmente, la reazione è stata una: ecco, Pecco Bagnaia ha scimmiottato Valentino Rossi.
Scusate, ma non era esattamente quello che gli si andava chiedendo da tempo? Quale sarebbe il motivo dell’indignazione? Che poi, se andiamo a stringere, Pecco Bagnaia non ha scimmiottato proprio nessuno e, anzi, ha inventato, insieme al suo fan club, qualcosa che caricaturizza una sua caratteristica. E’ noto, infatti, che Pecco Bagnaia è uno che ha sempre fame, così come è noto (ce lo ha raccontato qui anche il suo babbo), che il campione del mondo, quando può e quando ha tempo, si diletta tra i fornelli. Insomma, se proprio scimmiotta qualcuno, quel qualcuno è Carlo Cracco o un qualsiasi altro chef, stellato o meno. Anche in una intervista con la stampa spagnola, il campione del mondo ha parlato di cucina, scherzando sulla tradizione pesarese (sua città adottiva) della maionese sulla pizza e ironizzando ancora di più sull’uso dell’ananas come condimento per il prodotto italiano per eccellenza. E’ chiaro, insomma, che Bagnaia sta facendo esattamente quello che da tempo ormai si chiede ai piloti: esprimersi per i personaggi che sono. Lui è uno che va fuori di testa per l’argomento cibo e cucina e, chiaramente, è su quello che punta. Che c’entra Valentino Rossi?
Il punto, però, è un altro: siamo sicuri che in questa MotoGP manchino i personaggi? Non sarà che a essere viziati sono i nostri occhi che guardano, semplicemente perché non guardano ciò che vorrebbero esattamente vedere? La risposta, probabilmente, sta proprio in tutto quello che è successo al Mugello. Lì, dove Pecco ha vinto e stravinto, è andata in scena la solita narrazione del pilota beneficiato che si ritrova sopra la moto più veloce di tutte e che inevitabilmente vince.
Solo che a raccontare la verità, quella vera, sono stati proprio gli avversari di Pecco. E ancora di più quelli che corrono con la sua stessa (o molto simile) Desmosedici. Jorge Martin, ad esempio, in conferenza stampa ha detto: “Pecco era imprendibile, qui ha un modo di fare le curve che è unico. Ho provato a andare a prenderlo, ma se avessi provato a fare quello che faceva lui sarei finito in terra e alla fine ho deciso che il secondo posto dietro a lui poteva andare più che bene rispetto al rischio di uno zero”. Stessa cosa l’ha detta anche Luca Marini, lui sì tirando in mezzo Valentino Rossi: “Ho provato a guardare i dati di Pecco, qui è magico e ha un modo di fare l’ultima curva che è incredibile. Ho anche chiesto a Valentino di guardare insieme i dati per provare a capire come emularlo, ma lo stesso Vale mi ha risposto che neanche lui in tanti anni di carriera è mai riuscito a fare veramente bene l’ultima curva del Mugello”. Ecco, dovrebbe bastare per spiegare che, almeno adesso (in questo momento e quindi non certo nell’economia di una intera carriera), Pecco Bagnaia è il più forte di tutti e sta facendo semplicemente il Pecco Bagnaia, senza scimmiottare proprio nessuno. E quell’hot dog che si fa preparare e che consuma al momento davanti alle telecamere ogni volta che vince dovrebbe suonare da chiaro messaggio: la fame non passa mai e l’appagamento dura giusto il tempo di sbranare un hot dog! Così come non passa mai, purtroppo, questo maledetto vizio di rompere il ca**o a Pecco Bagnaia per tutto quello che fa o che non fa. Anche perché guidare la moto migliore non è una colpa, soprattutto se si ha l’onestà intellettuale di riconoscere che lui quella moto la guida da ormai tre stagioni e che – proprio come era bravo il Dovi - evidentemente è stato bravo (più degli altri) anche lui a svilupparla. La stessa onestà intellettuale che ha avuto lo stesso Pecco parlando proprio di Andrea Dovizioso: “Ho ereditato la sua moto cercando poi, insieme a Ducati, di migliorarla ancora e se vinco è anche merito suo”.