“Lottare per un campionato per tre anni consecutivi significa che stiamo facendo un gran lavoro. Se perdessimo il titolo non credo che sarebbe un fallimento”. A leggerle così le parole di Francesco Bagnaia sembrano quasi una dichiarazione di resa, un passo indietro quando sarebbe il momento di farne tre avanti. Eppure il campione del mondo in carica, intervistato da Dorna alla vigilia del GP della Malesia, ha le idee chiarissime. Pecco ha lasciato la testa al mondiale soltanto nel sabato dell’Indonesia e oggi conduce con 13 lunghezze su Jorge Martín, velocissimo ma a volte meno concreto del pilota piemontese.
Il quale, anche in questo caso, cerca di guardare le cose dall’alto, con un distacco che in qualche modo certifica la sua grande professionalità: “Chiaramente sarebbe grandioso vincere perché non ricordo di tanti piloti che l’hanno vinto due volte di fila. Sarebbe favoloso per me, stiamo lavorando duramente per riuscirci e proveremo a fare il massimo”, ha detto Bagnaia. Nell’era moderna, a confermare un mondiale sono stati solamente Valentino Rossi e Marc Marquez: ad arrivarci vicino senza riuscirci, per esempio, è toccato a talenti come Casey Stoner e Jorge Lorenzo. Ecco perché, probabilmente, Bagnaia può sentirsi relativamente sereno: “In termini di pressione direi che l’anno scorso è stato peggio. A Ducati mancava un titolo da 15 anni e per loro è stato più intenso, sentito di più il peso sulle spalle. Quest’anno è diverso, sento tanta pressione comunque ma in una maniera che mi motiva di più. oglio dire, dobbiamo esserne orgogliosi”.
Poi Pecco torna a pensare al momento più complicato della sua stagione, quando in seguito al brutto incidente di Barcellona ha perso quella confidenza con l’anteriore della sua Desmosedici che gli permetteva di frenare più forte degli altri, una qualità fondamentale quando ti trovi a correre con piloti che guidano la tua stessa moto: “I problemi sono cominciati a Misano, in frenata. Poi in India e Giappone ho fatto molta fatica a trovare quelle sensazioni che servono per tornare a lottare, vincere di nuovo a Mandalika con una gara così ci ha aiutato molto a sentirci di nuovo i più forti. Lavoriamo molto durante il weekend per essere pronti per la gara della domenica, ogni volte siamo più forti degli altri in termini di consistenza con le gomme usate”.
Non che questa strategia sia particolarmente efficace per mantenere la serenità durante il fine settimana, perché il prezzo da pagare per essere perfetto in gara Pecco finisce per pagarlo dal venerdì al sabato: “A volte questo approccio non mi aiuta per i time attack e mi ritrovo fuori dalla Q2. Ma questa è la motivazione anche per ritrovare i risultati e vincere, delle tre volte che mi sono trovato fuori dalla Q2 quest’anno ho chiuso sempre o primo o secondo. L’anno scorso dovevo solo spingere, non c’era niente da perdere. Eravamo veramente indietro ed era importante finire le gare davanti”.
Se Bagnaia ha un vantaggio su Jorge Martín però, oltre ai 13 punti, una squadra ufficiale e l’esperienza di chi un mondiale in MotoGP l’ha già vinto, ad aiutarlo è l’approccio al weekend. Jorge spinge fortissimo, Pecco punta a controllare ogni variabile: “Stiamo lottando contro una moto che è come la nostra, Jorge sta facendo un lavoro incredibile ma il suo modo di correre porta al limite molte cose, a partire dalla gomma posteriore. Quando è caduto a Mandalika era in controllo, stava spingendo molto forte ma un piccolo errore l’ha fatto cadere. Le cose cambiano in un attimo, quindi devi essere molto preciso su tutto e pensare oltre alla prestazione. Questo è molto importante per me”.
Ecco, pensare “oltre alla prestazione” è quello che quest’anno potrebbe rivelarsi cruciale per il titolo. Una lezione che Jorge Martín ha imparato in Indonesia e che a Bagnaia è stata spiegata un po’ prima, quando è scivolato in curva 2 al GP delle Americhe mentre si trovava a giocarsi la vittoria con Alex Rins. Infine, per chiudere, Pecco fa qualche considerazione sul sistema di lavoro in Ducati: “Adesso se sei veloce tutti gli altri guardano ai tuoi dati, quindi lotti contro gli altri in una situazione alla pari. Questo per me è grandioso, ma anche molto difficile. A volte troviamo qualcosa che può aiutarci e nella sessione successiva anche altri la stanno provando. Io guardo i dati di tutti. Non mi focalizzo troppo sui dati di Jorge ma puoi vedere chiaramente qualcosa di buono da tutti i piloti Ducati. Sinceramente non voglio pensare troppo al mondiale, attaccherò come sempre e spingerò al massimo come sempre per aprire di più il gap”.
La verità è che Bagnaia non ha detto, in apertura, di essere contento di un secondo posto nel mondiale: ha voluto rendere chiaro a tutti che non ha niente da dimostrare, perché quello che sta cercando di portare a casa è un risultato che solo i fuoriclasse hanno raggiunto. Tanto basta per arrivare alle ultime tre gare della stagione con la mentalità adatta a raggiungere lo scopo.