A 19 anni e 304 giorni Pedro Acosta è terzo nella classifica dei piloti saliti sul podio della MotoGP con meno primavere alle spalle. Davanti a lui solo Randy Mamola (19 anni e 261 giorni) e Eduardo Salatino (19 anni e 274 giorni) e dietro di lui due mostri sacri come Norick Abe (20 anni e 10 giorni) e Marc Marquez (20 anni e 49 giorni). Un record, questo, che lascia il tempo che trova davanti alla gioia per un podio voluto a ogni costo e conquistato al termine di una gara in cui è successo veramente di tutto, con Pedro Acosta che da un lato “ringrazia l’Aprilia di Vinales” con il cambio fuori uso all’ultimo giro, ma dall’altra ci tiene a precisare una cosa.
“Sia chiaro – ha detto scherzando ai microfoni di Sky – che io avevo già superato sia Marc Marquez che Pecco Bagnaia quando si sono stesi”. Un modo per precisare almeno fino alla quarta piazza c’era arrivato con le sue forze. Risalendo da dietro e guidando come un demonio. Ma pure un modo per buttare un po’ di benzina sul fuoco di un incidente di cui si parlerà a lungo, soprattutto in considerazione del fatto che le moto saranno ferme per le prossime tre settimane. Capacità di andare forte, talento pazzesco, quindi, e pure straordinario modo di approcciarsi ai media per il giovanissimo fenomeno spagnolo. Che, dopo la battutaccia, è passato all’analisi della sua gara.
“La KTM – ha raccontato - è migliorata tantissimo, i test rider sono la nostra fortuna, a loro va il merito del miglioramento della moto. Dani Pedrosa soprattutto sta facendo un lavoro pazzesco. Per quanto mi riguarda, sono migliorato in partenza rispetto a ieri, abbiamo anche cambiato il set-up durante il warm-up". Lo spagnolo di GasGas è consapevole, nonostante l’inesperienza, di poter essere della partita per la lotta al titolo, soprattutto se i mostri sacri si danno fastidio da soli come hanno fatto proprio Marc Marquez e Pecco Bagnaia. “Ho cercato di seguire per un po’ sia Marquez che Pecco, perché stare dietro a loro è molto utile – ha proseguito – Soprattutto con Pecco ho fatto molta attenzione ai movimenti che faceva con il corpo, perché si può imparare molto da lui”.
La fame di chi vuole vincere, quindi, ma anche la voglia di crescere ancora e di più, per arrivare prima possibile sul gradino del podio a cui punta davvero: il primo. Che può farcela lo dicono ormai tutti, compresi i suoi compagni di marchio: “Mi ha passato e ho provato a stargli dietro, ma andava fortissimo” – ha affermato Jack Miller. Il giovanissimo spagnolo ha chiesto tantissimo alla gomma, ma sembra avere qualcosa in più di tutti gli altri sul controllo. Merito, a detta sua, di un gran lavoro fatto nel box. “Speravo di non sbagliare e di non fare come in Qatar con la gomma – ha concluso - Ho cercato di copiare quello che facevano Pecco e la Ducati e oggi con le gomme abbiamo fatto meglio anche se in qualche giro dalla fine scivolavo un po' troppo. Bisogna ancora migliorare però. A metà gara siamo cresciuti tantissimo in frenata e dopo abbiamo consumato un po' più la gomma davanti rispetto a quella posteriore: dobbiamo capire perché Ducati va meglio, ma siamo vicini. Quello con Pecco è stato un sorpasso difficile: la prima volta che ho provato sono andato lungo. Poi ci sono riuscito e è stato emozionante”.