Uno amareggiato e uno incazzato come un’ape. Solo che quello amareggiato ha preso una penalità che gli nega un podio e l’altro, quello incazzato di brutto, sul podio ci si è ritrovato. I conti non tornano? Tornano, invece. Perché Pedro Acosta di finire sul podio così se ne frega, soprattutto dopo una stagione in cui è stato costretto a dannarsi l’anima per rimediare ai limiti della moto che guida. E Fermin Aldeguer, invece, ha solo potuto prendere atto, ribadendo quanto assurda è una regola che ti fa ritrovare esimo dopo che hai chiuso terzo, sei stato premiato come terzo, hai parlato da terzo e sei pure già mezzo sbronzo (si fa per dire, sia chiaro!) per il terzo posto conquistato in pista. Lo spagnolo del Team Gresini, infatti, terzo o “esimo”, ha comunque centrato il suo obiettivo di stagione: essere il rookie dell’anno. E lo ha fatto crescendo di fine settimana in fine settimana, esattamente come Ducati gli aveva chiesto già alla fine della scorsa stagione a Valencia, quando s’è ritrovato catapultato tra i fenomeni e in mezzo ai missili della MotoGP.
“Vedevo l’avviso sul cruscotto e è stato difficile da gestire – ha raccontato Aldeguer prima ancora di sapere che sarebbe poi stato sanzionato – ho pensato anche potesse essere un problema del sensore, perché avevo avuto anche una caduta proprio con quella moto. Sì, è stata una giornata pazza. Alla fine, comunque, quello che conta è che ho raggiunto il mio obiettivo: vincere questo piccolo campionato. Dopo i buoni risultati, quasi sentivo d’essermi dimenticato l’etichetta di esordiente. La gara di domani? La lotta per la vittoria dipenderà dai primi giri. l mio obiettivo è salire sul podio". Senza, aggiungiamo noi, ritrovarsi poi sbattuto giù da una regola che sarà anche per la sicurezza, ma che oggettivamente toglie tantissimo allo spettacolo di una MotoGP costretta così a decisioni prese a distanza di ore dai verdetti già emessi.
Tanto che salire sul podio non è piaciuto neanche a Pedro Acosta. Il pilota della KTM, chiaramente, non si è disperato, ma la piccola gioia inaspettata del terzo posto è niente rispetto alla frustrazione che, invece, ha palesato in sala stampa. Lasciandosi anche sfuggire una frase che, di fatto, apre ufficialmente il mercato per il 2027 prima ancora che vada in scena il primissimo atto del 2026. “Devo accettare la situazione – è stato il commento quasi rassegnato di Acosta – Quando Fermin mi ha superato mi sono solo detto che sarei dovuto arrivare alla fine. Prendo il buono: sto diventando un pilota migliore, quindi forse la vita mi sta preparando per qualcosa di meglio di questo, o per qualcosa di meglio di quello che avevo prima, giusto?” E’ un messaggio più che chiaro a KTM: c’è un contratto da rispettare e nessuna possibilità d’uscita, ma in futuro i colori saranno altri. E c’è da scommettere che il manager di Acosta, Albert Valera, si sia messo già al lavoro, probabilmente riprendendo i contatti lasciati in sospeso con il Team Pertamina Enduro VR46 per il 2027.
Intanto, però, Acosta può solo fare il suo e accontentarsi di quello che ha. “Oggi la gomma ha avuto il primo drop quando mancavano ancora sette giri dei dieci totali – ha raccontato – Quando ne mancavano quattro non c’era già più niente da dare. Credo si noti che ho modificato molto anche il mio stile di guida. Cerco di essere più preciso e di concentrarmi anche su cose che prima consideravo sciocchezze. Quando inizi a scavare, scavare, scavare, anche per un piccolo passo, allora pensi che la vita ti stia preparando per qualcosa di migliore".