Sembrava Marc Marquez con la Ducati Desmosedici di Marc Marquez. Come se fosse bastato girare il 9 di 93 e trasformarlo nel 63 di Pecco Bagnaia. Sì, l’italiano del Team Lenovo, dopo due fine settimana d’inferno, ha lasciato solo le briciole a tutti gli altri, centrando prima la pole nonostante il passaggio dalla Q1 e con un solo tentativo a disposizione e poi dominando la Sprint dal primissimo fino all’ultimo giro. Qualcosa, inutile girarci intorno, a Sepang è successo, esattamente come dicevano in molti nel paddock, lasciando intendere che Ducati e Bagnaia avrebbero giocato un qualche asso rimasto nella manica per una intera stagione. Questione di settaggi? Questione di componenti? Difficile da dire e probabilmente nessuno lo chiarirà mai. Quello che è certo, invece, è che Bagnaia ha confermato quello che ormai dice da un anno: non è questione di tecnica, ma di feeling. Ecco, quando il feeling c’è, c’è anche il solito Pecco (che così s’è ripreso anche la terza posizione in classifica generale).
“Certo che sono felice – ha detto il 63 nell’intervista a caldo del parco chiuso, dopo aver sussurrato a qualcuno dei suoi di aver anche fatto i conti con un problema all’abbassatore – anche il team si merita davvero questo risultato: soffro io, ma soffrono anche loro. Non è facile, nulla è chiaro. Dalle difficoltà a essere così competitivi. Dobbiamo capire cosa è successo, non penso che si sia mai vista una situazione del genere. Dobbiamo capire cosa sta succedendo e continuare a lavorare come questo fine settimana. Sto provando qualcosa di nuovo che mi dà più feeling con la moto”.
“E’ stato veramente bravo” – ha detto Gigi Dall’Igna, riferendosi a Bagnaia, prima di raggiungere di corsa il box del Team Gresini, dove nel frattempo era già cominciata una festa grazie al secondo posto di Alex Marquez, che così è matematicamente vicecampione del mondo, e grazie al terzo posto di Fermin Aldeguer, che così è matematicamente rookie dell’anno. Per quest’ultimo, tra l’azzurro Gresini e il rosa delle maglie che nel suo box hanno sfoggiato per celebrare il successo, c’è stato anche il giallo, visto che subito dopo la bandiera a scacchi è arrivata la comunicazione di accertamenti per valutare la regolarità della pressione gomme. “Essere rookie dell'anno – ha commentato Aldeguer - era uno degli obiettivi di questa stagione. Oggi ce l'abbiamo fatta, eravamo molto vicini già in Australia, ma la gara non è andata bene. Sono felice di questa posizione. Oggi è stata una Sprint folle, anche per la pressione dell'anteriore. Io ho cercato di metterci tutto, ho pensato che fosse un problema di elettronica, non so se sarà confermato. Intanto grazie a tutti, alla famiglia, a Ducati, alla squadra”.
“Sono stato nervoso tutta la gara – ha invece detto Alex Marquez - molto rigido, ma alla fine ci siamo arrivati. Siamo vicecampioni del mondo, con Marc che è in prima posizione anche se a casa. Adesso me la godo, abbiamo ancora tre gare davanti a noi per fare prove per l'anno prossimo e per godercela". Tre Ducati davanti a tutti, quindi, in una Sprint che ha regalato emozioni già nei primissimi giri, quando s’è creato gran traffico alle spalle di Pecco Bagnaia, con Alex Marquez a darsele da subito con Pedro Acosta (poi costretto a portare a casa il risultato a causa delle gomme che non ne potevano più e subire quindi anche il sorpasso di Fermin Aldeguer) e un Joan Mir in stato di grazia (prima di cadere tradito anche lui dalle gomme). Quinta piazza, invece, per Franco Morbidelli, scattato dalla quarta casella, ma costretto alla rimonta a causa di una partenza difficile. Subito dietro l’italobrasiliano ha invece messo le sue ruote Fabio Quartararo, a sua volta seguito da Marco Bezzecchi, protagonista di una importante rimonta che però non lo lascia di certo contento.
A terra, mentre era in lotta per la decima posizione, ma comunque per la prima volta in questa stagione, anche Luca Marini, mentre a chiudere la top ten, dietro Bezzecchi, sono stati Johann Zarco con la Honda del team LCR, Enea Bastianini con la KTM di Tech3 e Fabio Di Giannantonio con l’altra Ducati del Team Pertamina Enduro VR46. La Sprint dei collaudatori che si sono ritrovati in gara come wildcard o come sostituti, invece, è stata stravinta da Pol Espargaro, che ha chiuso undicesimo, mentre in coda Lorenzo Savadori con l’Aprilia s’è lasciato alle spalle Augusto Fernandez con la Yamaha M1 V4 e Michele Pirro con la Desmosedici del Team Lenovo.