Salta la prima sessione, torna in macchina e un’ora dopo stampa il primo tempo, mettendosi immediatamente davanti a tutti ma comunque lamentandosi del feeling con la sua Red Bull. Ci ha messo pochissimo anche in Messico Max Verstappen per lanciare la sfida a Oscar Piastri e Lando Norris, riprendendo esattamente da dove aveva lasciato in Texas: dalla prima posizione, la stessa che dovrà mantenere da qui a fine stagione per laurearsi campione del Mondo per la quinta volta, completando il capolavoro iniziato al rientro dopo la pausa estiva. Sembra inattaccabile, al contrario di una McLaren che, invece, scricchiola soprattutto sul giro secco: al termine del venerdì messicano il primo dei due papaya è Lando Norris, quarto, mentre per trovare Oscar Piastri bisogna scendere fino al dodicesimo posto.
Un inizio thrilling che aggiunge (ancora) un po’ pressione sulle spalle dei due, costretti a inseguire pronti via anche a Città del Messico: non è bastato nemmeno tenere Max fermo ai box nel corso delle FP1 per frenarne la corsa, dovendo cedere il volante della sua RB21 al rookie Arvid Lindblad, in pista per disputare una delle quattro sessioni di libere stagionali destinate ai debuttanti. Una classifica che, però, non è del tutto veritiera: Max ha fatto sì la differenza sul giro secco, staccando tutti gli altri complice una Red Bull con ancora nuovi aggiornamenti montati, ma la McLaren con Norris lo ha fatto sul passo gara, impareggiabile. Servirà però stare davanti all’olandese già da inizio gara, altrimenti le cose potrebbero complicarsi come più volte visto in stagione.
Nonostante il primo tempo, però, Verstappen è parso piuttosto contrariato dopo essere sceso dalla sua RB21: “Con le Soft sono riuscito a fare un buon giro. Tutto il resto è andato piuttosto male”, ha spiegato ai media presenti in circuito. “La simulazione fatta con le medie non è stata grandiosa e il problema più grande sono i long run, dove sembriamo faticare tantissimo. È questa la preoccupazione più grande in vista della gara. Il bilanciamento non c’era, non c’era grip. Appena riesci a fare uno stint veloce le gomme di surriscaldano. Siamo dispersi, è stata dura. Ma vedremo”.
Tra la Red Bull numero #1 e la prima McLaren, poi, ci sono le due sorprese di giornata: Charles Leclerc con la Ferrari e Kimi Antonelli con la Mercedes. Il monegasco e l’italiano si erano già resi protagonisti di un inizio super, realizzando il primo e secondo tempo al temine delle prime libere, e in FP2 hanno confermato i propri lampi: Charles e la Ferrari sembrano essere in palla, Kimi realizza, invece, uno dei suoi migliori inizi di weekend da quando ha esordito in Formula 1 nonostante un problema alla vettura patito nelle seconde libere. “Sarà importante seguire la progressione della pista”, ha poi spiegato Antonelli ai media presenti in Messico una volta sceso dalla W16. “Il grip era abbastanza basso stamattina e nelle Libere 2 non è migliorato tanto. Sarà importante trovare il compromesso giusto e migliorare su tutti i fronti, le qualifiche saranno molto tirate”. Tutto da ripetere al sabato e alla domenica ma, almeno, l’inizio promette battaglia.
Chiude la Top 5 Lewis Hamilton, staccato di tre decimi dal compagno di squadra: un distacco che non sorprende, specie considerato che il sette volte campione del Mondo ha saltato il primo turno per cedere il volante della SF25 al collaudatore e pilota di sviluppo del Cavallino, Antonio Fuoco, il primo italiano al volante di una Ferrari in un fine settimana di gara a 16 anni dalle ultime uscite di Giancarlo Fisichella e Luca Badoer. C’è da migliorare, ma è indubbio che la Scuderia archivi un buon venerdì al contrario di quanto aveva fatto in Texas, ma non solo.
Sesta è l’altra Mercedes di George Russell, ritornato nell’abitacolo della sua W16 dopo averla prestata nella mattinata al terzo pilota della squadra, il danese Frederick Vesti. Alle sue spalle c’è Yuki Tsunoda, che conferma la crescita della Red Bull a discapito di tutte le altre vetture: il giapponese è sì staccato da Verstappen, ma meno rispetto a quanto visto sin dal suo arrivo al fianco dell’olandese. In Messico in Top 10 si rivedono anche le due Aston Martin, con Fernando Alonso ottavo e Lance Stroll decimo, divisi dalla Williams di Carlos Sainz che, dopo il disastro di Austin - lo spagnolo aveva centrato Kimi Antonelli in gara -, dovrà scontare cinque posizioni in griglia di partenza. Liam Lawson è undicesimo e ancora davanti al compagno di squadra Isack Hadjar, quattordicesimo, con i due divisi dalla McLaren di Piastri e dalla Haas di Esteban Ocon. A seguire le due Sauber di Gabriel Bortoleto e Nico Hulkenberg, l’altra Haas di Oliver Bearman e le due Alpine di Franco Colapinto e Pierre Gasly divise dalla Williams di Alex Albon, con i l’argentino e il francese ormai fanalino di coda fisso della griglia.
Tra i nove rookies che sono scesi in pista nelle FP1, invece, da segnalare è la prestazione di Arvid Lindblad, pupillo di Helmut Marko pronto a spodestare uno dei due Racing Bulls, con Liam Lawson che, salvo sorprese, dovrà fare le valigie: l’inglese piazza il sesto posto al volante della RB21 di Verstappen, bigliettino da visita in vista del prossimo futuro con Max che se la ride quando il classe 2007 taglia il traguardo nel suo giro veloce. Più indietro tutti gli altri, dalla McLaren dell’eroe di casa Pato O’ Ward - che aveva sostituito Lando Norris - alla Ferrari di Antonio Fuoco, impegnato in tanti test in vista della prossima stagione. È solo venerdì, ma questa Formula 1 non smette di regalare spettacolo.