Una volta si diceva che Charles Leclerc avesse un talento infinito, ma che fosse ancora acerbo, incapace di mettere tutto insieme. Era in cerca del limite costantemente, ad ogni curva giro dopo giro. Stupiva ma sbagliava, forse troppo. Quella versione del monegasco, però, oggi è solo un ricordo lontano, sfumato: ne ha fatta di strada e, alla sua ottava stagione in Formula 1, l’unica cosa che gli manca è una vettura realmente vincente perché, se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, il 2025 del monegasco è stato totale, un testamento del suo essere ormai tra i migliori di questa F1. Tante magie, capaci persino di accendere le speranze e i sogni dei tifosi nonostante una Ferrari che, forse, è ancora meno competitiva di quanto si possa credere.

L’ultima realizzata è arrivata proprio ad Austin, con una gara da giù il cappello - nonostante l’inizio di fine settimana complicatissimo di Ferrari - che dimostra cos’è diventato il monegasco. Un anno fa, al COTA si era preso la prima posizione sorpassando tutti alla prima curva, lo stesso punto che ha dato il via al capolavoro realizzato questa volta. Pronti via scavalca Lando Norris prendendosi una seconda posizione che, guardando ai valori in campo, avrebbe dovuto mantenere per poco, il tempo necessario alla McLaren di sverniciarlo e lasciarselo alle spalle. Quel poco si è trasformato in venti giri con Norris incollato agli scarichi della SF-25, un’ombra che lo ha seguito un centimetro dopo l’altro. Zero errori commessi prima di doversi arrendere, ma solo momentaneamente. È il primo atto di una lotta che si ripresenta tredici giri dopo, con Leclerc ancora davanti grazie all’undercut della Ferrari: Norris ci impiega diciotto giri prima di passarlo, questa volta definitivamente. Ed è proprio dopo il sorpasso che si comprende a pieno il valore della gara del monegasco: in sette giri Norris lo stacca di 7.4 secondi, un abisso.

Eppure, nonostante il passo monstre della McLaren, su 56 giri Lando ne ha passati 38 a impazzire dietro Charles: qualcuno lo ha definito ironicamente il ministro della difesa, ma la verità è che c’è molto di più. C’è la gestione semplicemente perfetta delle gomme, specie nel primo stint, con Norris su medie e Leclerc su morbide messe decisamente peggio, oltre a una lucidità e a una freddezza impressionante. Ha chiuso tutte le porte, finendo per essere passato entrambe le volte in pieno rettilineo quando, date le gomme più usurate e una trazione decisamente peggiore, la possibilità di difendersi era ormai pari a zero.
Tutte magie che, guardando all’intera stagione (ma non solo), si rivedono di gara in gara: dopo un inizio in salita ha trovato la strada, capace di spremere la SF-25 oltre ogni limite possibile rifilando ad Hamilton distacchi stratosferici. I risultati parlano chiaro, nonostante Sir Lewis si sia avvicinato al rientro dopo la pausa estiva: sei podi contro gli zero dell’inglese - che vanta solo una vittoria in Sprint -, oltre a una pole position, tre partenze dalla seconda posizione e due dalla terza. Il tutto in diciannove gare dominate dalla McLaren e da Max Verstappen, con i due papaya primi sotto alla bandiera a scacchi dodici volte e l’olandese cinque, lasciando i successi di Canada e Singapore alla Mercedes di George Russell. Uno stato di forma che, in verità, non parte da inizio 2025 ma dal GP di Olanda del 2024 quando, dopo una prima parte di stagione passata a lottare con l’imprevedibilità della Ferrari, Leclerc è il pilota che mette a segno più punti fino al GP di Abu Dhabi, l’ultimo stagionale. Magie tante, errori pochissimi: nel 2025 è finito due volte a muro, nelle Fp1 del Canada e nelle qualifiche di Baku, ma viene da chiedersi quanto facile sia, con una SF-25 così poco competitiva e la necessità di andare sempre al limite, commetterne qualcuno.

La sensazione è quella di un pilota pronto a prendersi tutto, lontano dall’essere solo un predestinato. Lo è stato, sì, quando in Bahrain sfiorava la vittoria alla sua seconda gara in Ferrari, o quando a Monza vinceva resistendo alla pressione costante di Lewis Hamilton davanti a una marea rossa infinita, al suo primo anno con la tuta rossa, quella sognata fin da bambino. Oggi, però, Charles Leclerc è una certezza. È il pilota che corre contro tutto e tutti, a volte persino contro la sua stessa squadra, cresciuto e diventato completo andando oltre quel talento innato dimostrato dal giorno zero. Manca l’ultimo passo, diventare il campione del Mondo che merita di essere. Perché oggi, in questa Formula 1, è difficile non pensare che sia tra i migliori.

