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PEDRO NON PERDONA: La MotoGP al Sachsenring, demolita da Acosta, si porta a casa il record di conferenza stampa più breve di sempre

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

10 luglio 2025

PEDRO NON PERDONA: La MotoGP al Sachsenring, demolita da Acosta, si porta a casa il record di conferenza stampa più breve di sempre
Con il GP della Germania, al Sachsenring, chiudiamo ufficialmente la prima metà del campionato. Siamo in terra di Marc Marquez, che in conferenza stampa esordisce con una piccola bugia, anche se tutta l’attenzione va alle dure parole di Pedro Acosta contro la FIM e non soltanto, producendo così il più breve incontro con la stampa che si sia mai visto

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

“Sì, ogni anno quando arrivo al Sachsenring le aspettative sono alte. Proverò a fare del mio meglio, che vuol dire lottare per la vittoria. Ma devo capire le condizioni, quelle della pista, del meteo… e le situazioni del campionato. La cosa più importante è prendere punti per il campionato”. Sembra incredibile, eppure ad aver pronunciato queste parole nel giovedì della conferenza stampa per il GP della Germania è stato Marc Marquez. Sì, lo stesso Marc Marquez che su questo tracciato ha vinto undici volte, quello che sta dominando il campionato con una Ducati. Certo, è vero anche - come gli ricorda l’host di Dorna - che è in circuiti amici come Austin che ha sbagliato: “Ho fatto meglio nei circuiti difficili”, riconosce lui. “È qui che dobbiamo essere veramente concentrati e usare l’esperienza per provare il massimo. Qui abbiamo vinto tanto, ma negli ultimi due anni tra cadute, infortuni… devo essere paziente e cercare di capire la moto”.

Se è vero che era partito con una bugia, è altrettanto vero che questo piccolo tracciato tedesco ha significato moltissimo per Marc anche per i momenti più cupi della sua carriera. Uno su tutti nel 2023, quando dopo l’ennesima caduta tra mille difficoltà si mise a respirare forte di fronte al laghetto artificiale del circuito e - immaginiamo - prese la decisione di lasciare la Honda. La storia del weekend sembra quindi già scritta: Marc Marquez rinasce come la fenice e vince tutto in Germania, come una volta. L’unico problema, che lui conosce fin troppo bene, è che le corse sono le corse.

Qualcosa del genere la dice anche Marco Bezzecchi, che viene dai due podi di Assen e, si presenta, in qualche modo, come il pilota più credibile della griglia tra quelli senza una Desmosedici nel box: “Difficile parlare prima dell’inizio del weekend, ad Assen ero competitivo. Mi è sempre piaciut0o guidare qui, l’anno scorso ho sofferto molto qui ma credo che ora il mood sia diverso: proverò a portare a casa il miglior risultato. Il rientro di Martín? Sarà piacevole, è stato bello vederlo al test. Credo che Massimo e tutta l’Aprilia abbiano fatto un bel lavoro per farlo guidare. Quando tornerà porterà sicuramente tante informazioni allAprilia e spero proprio riuscire a imparare qualcosa da lui”.

Pedro Acosta non dice un granché, almeno in un primo momento. Eppure una delle notizie del weekend è proprio lui, che con tutte le probabilità rimarrà in KTM anche il prossimo anno in seguito all’annuncio degli indiani di Bajaj, che hanno comprato il marchio austriaco, di voler proseguire in MotoGP. Fabio Quartararo invece parla della moto, lasciando intendere di non essere per nulla soddisfatto del livello tecnico raggiunto fino ad ora, che gli ha comunque permesso di portare a casa 4 pole position. “È molto importante partire nelle prime due file per fare qualcosa, chiaramente darò il massimo ma dobbiamo continuare a lavorare sul passo gara. Il V4? Penso che lo proverò a Misano, a settembre. I commenti dei piloti sono positivo, ma finché non la provo io non posso davvero rendermi conto del potenziale di questa moto”.

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Finite le domande Dorna, due a pilota, è il momento di quelle della stampa. Un giornalista spagnolo prende la parola per primo e chiede ai piloti suoi connazionali di parlare della morte di Borja Gomez. Comincia Marc: “È la notizia che non vorresti mai ricevere. Ero stato questo inverno con Borja al circuito di Aspar, per un allenamento assieme. Avevo incontrato suo padre… È sempre difficile, ma quando conosci qualcuno è ancora più dura. Faccio solo le mie condoglianze alla famiglia. Soprattutto le federazioni dovrebbero aiutare la famiglia”.

Poi tocca a Pedro Acosta: “Voglio dire, lo conoscevo da quando eravamo bambini perché alla fine abitavamo a mezzo’ora di strada l’uno dall’altro”. Poi prende un lungo respiro, ci pensa. Butta fuori l’aria. “È una merda quando ricevi queste notizie e non so come sia stato possibile che il weekend di gara sia andato avanti lo stesso, è la più grande mancanza di rispetto a cui abbia mai assistito in vita mia. Molti di questi che erano in campionato dovrebbero pensare se questo fosse successo ai loro figli. Questo, dovrebbero fare. A volte diciamo the show must go on, a volte la vita vale di più di una gara dal campionato”.

In sala conferenze scende il gelo. Nessun giornalista prende più la parola. Nessuno vuole parlare d’altro, spostare l’attenzione, andare oltre. La conferenza stampa finisce con venti minuti d’anticipo. Ed è quasi bello, in questi casi, fare parte di questa stampa qui, che è pronta più o meno a qualunque cosa per portare il traffico sui propri siti web ma che resta composta da appassionati e da amanti delle corse. Il fatto che il Junior GP, un campionato FIM, abbia deciso di correre comunque nonostante la tragedia - anche se i piloti che correvano nello stesso team di Borja si sono rifiutati di scendere in pista - è, invece, decisamente imbarazzante.

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