Non è uno che cerca la polemica a ogni costo, ma quando serve non si tira indietro e, anzi, tende a metterci la faccia prima degli altri. Stefan Bradl lo ha fatto di nuovo, tuonando contro la decisione di limitare a un numero massimo di 200 a stagione gli pneumatici per i test team. Il collaudatore della Honda ha spiegato che in questo modo sarà impossibile recuperare un eventuale gap per quei costruttori che saranno rimasti un po’ indietro.
Un tema, questo, che al collaudatore tedesco della Honda sembra stare particolarmente a cuore e i motivi sono ovvi: la RC213V soffre il confronto con Ducati e Aprilia e per mettere di nuovo Marc Marquez nelle condizioni di vincere sarà necessario macinare chilometri e chilometri nei test privati. Solo che senza gomme non si andrà lontano. “Così, con questa regola, si finirà che dovranno pensarci gli ufficiali del Gp. Dopotutto, dove e come dovrebbe recuperare un produttore che è rimasto un po'indietro se la possibilità di fare test viene limitata in questo modo?” – E’ questa la domanda che Bradl si pone e che, di fatto, costituisce un serio problema, adesso, in casa Honda
“Io parlo per la nostra esperienza e la nostra situazione – ha aggiunto il tedesco - se non si hanno abbastanza pneumatici per provare nuovi componenti durante i test privati tutto diventa più difficile. Non hai poi modo di simulare il nuovo format della MotoGP con le due sessioni di prove libere del venerdì, le qualifiche del sabato mattina e lo sprint del sabato. Perché i time attack sono diventati sempre più importanti in un fine settimana di GP. Una moto e tutto l'assetto cambiano se, invece di 25 giri di vecchie gomme medie, monti all'improvviso gomme morbide e fresche per il singolo giro veloce. Servono i test perchè in un weekend di GP le moto sono state preparate appositamente per le qualifiche. Non c'è quasi più alcuna possibilità di elaborare un assetto di gara per la lunga distanza di domenica”.
Un problema, quindi, che è di tutti e non solo di Honda, con Stefan Bradl che però si dice convinto che la decisione di limitare il numero di pneumatici per i test team potrebbe rappresentare, a lungo andare, anche un ostacolo allo spettacolo. “Le richieste e i requisiti in MotoGP sono cambiati molto negli ultimi anni – ha concluso - I sorpassi sono diventati più difficili, non solo perché oggi tutti i costruttori possono vincere. Termini come 'aria sporca', temperatura eccessiva nella gomma anteriore quando si insegue un avversario, carico aerodinamico delle alette, funzionamento dei dispositivi, sistemi elettronici, sono tutte piccole cose che si sommano e poi causano problemi. Se non hai il controllo di uno di questi complessi elementi è difficile sfruttare tutto il potenziale delle moto. E se poi ottieni solo il 95% invece del 100%, perdi mezzo secondo. E ti ritrovi dodicesimo o quindicesimo”. Esattamente quello che Marc Marquez non vuole…