Vedi Honda che molla tutto per trasferirsi in Italia e pensi che è all’inferno che si prendono le decisioni più drastiche. In questo caso, si potrebbe dire che più che l’orgoglio poté il digiuno: la cronica mancanza di risultati di HRC in MotoGP dura ormai da tre anni e gli altri, più che avvicinarsi, si allontanano. Il prototipo 2024 non è piaciuto ai piloti ed è stato un ricominciare da zero, anzi forse qualcosa in più. Perché in Honda non si sarebbero mai sognati di dare in mano una parte sostanziale delle proprie scelte a un tecnico europeo come Romano Albesiano, il quale ha lasciato l’Aprilia accettando una sfida che invece, lo scorso anno, Gigi Dall’Igna aveva rifiutato.
Non solo: l’orgoglio del colosso giapponese è stato messo in discussione anche sotto un altro, cruciale punto di vista, perché pare che Albesiano lavorerà da una nuova sede HRC in Italia, a Milano, in modo da reagire con più reattività alle richieste di piloti e ingegneri in pista esattamente come fanno le altre case. D’altronde Aprilia, Ducati (e pure KTM, che però è in Austria) lavorano così, a stretto contatto con la squadra che gira l’Europa, ma non solo: lo fa anche Yamaha con la sede a Gerno di Lesmo e lo ha fatto Suzuki a Caponago, in Brianza, prima di dover chiudere tutto a fine 2022.
Ma già quando avevamo intervistato Luca Marini, qualche settimana fa, ci era sembrato di sentire una grande confidenza nelle sue parole a proposito del futuro di Honda, che in breve tempo ha dato un enorme spinta al suo test team - che si arricchisce con Aleix Espararò e il so capotecnico Antonio Jimenez - e che adesso investe di una nuova sede e di conseguenza in un nuovo metodo di lavoro. La sfida più grande a questo punto sarà, per il distaccamento italiano, riuscire a guadagnarsi la fiducia dei giapponesi, che verosimilmente continueranno a costruire fisicamente i prototipi, per altro con l’aiuto di altre divisioni Honda, come quella che si è occupata dell’aerodinamica in Formula 1.
Resta da capire se vedremo altri colpi di scena, specialmente per quanto riguarda il mercato dei tecnici: sembra che Giacomo Guidotti lascerà HRC, dove attualmente lavora come capotecnico di Luca Marini, per tornare alla Pramac di Paolo Campinoti, mentre resta un punto interrogativo sul futuro di Alberto Puig che continua ad accusare complicazioni fisiche legate a un vecchio infortunio e potrebbe, nonostante un ottimo rapporto con i giapponesi, ridurre il suo impegno sui campi di gara.