Pecco Bagnaia e Joan Mir non condividono solo la stessa passione, lo stesso anno di nascita (il 1997) e lo stesso sogno. Condividono anche le stesse idee in termini di tifoseria. Curiosamente infatti, entrambi si sentono presi di mira dai tifosi di casa. In momenti diversi hanno rilasciato un’intervista (su piattaforme diverse) parlando anche del tifo contro, cosa in cui sembrano eccellere sia gli italiani che gli spagnoli. Soprattutto con i piloti di casa però.
Joan Mir, in un’intervista a Mundo Deportivo dopo il GP di Catalunya, torna a parlare delle critiche che continua a ricevere per come ha vinto il titolo nel 2020, raggiunto soprattutto grazie alla costanza: “Devo essere onesto, mi spiace molto che in Spagna il mio titolo sia così poco valorizzato quando in altri paesi come l'Italia ho molta più in considerazione. Mi sento più amato. Qui nei commenti vedo odio, invidia e sciocchezze che non portano da nessuna parte. Ma questi commentatori hanno trovato uno a cui non importa abbastanza di tutte queste chiacchiere. Io vado in pista, faccio il mio lavoro, grazie a Dio lo faccio bene e torno a casa con calma. Per fortuna non tutti sono così”.
Se è strano sentire un pilota spagnolo elogiare il pubblico italiano, lo è ancora di più quando pensiamo che da noi, secondo Pecco Bagnaia, i piloti di casa vengono trattati peggio degli altri. Parlando con Paolo Ianieri e Zoran Filicic nel MotoG-Podcast del 6 maggio, in seguito al GP di Jerez, il torinese ha spiegato che: “Ora dicono che Ducati mi tiene in disparte. Io voglio ricordare che, dopo l’annuncio che sarei andato nel team ufficiale, e per tutto l’inizio di quest’anno - dai test alle prime gare - tutti commentavano dicendo che hanno sbagliato a prendere me, hanno sbagliato a prendere Jack, che dovevano prendere Zarco o altri piloti… È sempre così. Purtroppo in Italia il tifo che si fa è un po’ diverso rispetto ad altri stati. Se vai a leggere gli inglesi o gli spagnoli fanno più il tifo per i propri piloti, mentre da noi è abbastanza diversa la situazione. Purtroppo è così, però alla fine noi siamo qua e ci facciamo il culo. Non ci pesano questi commenti. Sappiamo quello che stiamo facendo e conosciamo il nostro obiettivo. Poi se la gente ha voglia di parlare per scaricarsi dopo una giornata di lavoro, che magari anche per loro è stata difficile e quindi hanno bisogno di scaricarsi su di noi… a noi pesa poco”.
Nessuno è profeta in patria quindi, ma è anche vero che l’erba del vicino è sempre più verde. E si potrebbe andare avanti coi proverbi, ma c’è una cosa più importante: A Pecco e a Joan, a ben vedere, importa poco. Non così poco da non raccontarlo, ma non abbastanza da vederlo come un problema. Chiudono la visiera, salgono in moto e corrono per vincere.