Pneumotorace a destra, sterno e clavicola sinistra fratturati, anca lussata per via del femore che è uscito dalla sede e tanta frustrazione, ma pure la consapevolezza che spesso in moto il prezzo è anche più alto. Il ginocchio, invece, è fortemente contuso, ma i legamenti sono salvi e non ci sarà bisogno di passare in sala operatoria. E’ “la conta dei danni” riportati da Luca Marini dopo il brutto incidente a Suzuka, durante un test con la Honda CBR per la 8 Ore. A aggiornare –e in qualche modo rassicurare – tutti ci ha pensato Massimo Marini. Il babbo di Luca non è uno da interviste, da apparizioni continue e presenza vistosa, ma questa c’era da fare da ponte di comunicazione tra due parti del mondo e pure tra due modi: la riservatezza assoluta dei giapponesi e la curiosità, oltre l’angoscia, di sapere meglio e di più sule condizioni del pilota italiano.

Lui stesso, stando a quanto ha riferito, ha ricevuto una telefonata che è valsa un respiro d’ossigeno vero che ha messo fine agli interminabili minuti dopo una prima chiamata, più istituzionale e formale, che informava sull’accaduto. A richiamarlo poi, alle tre del mattino italiane, è stato proprio Luca, che nel frattempo era stato sottoposto a tutte le prime cure necessarie e ricoverato in terapia intensiva. Da quel reparto, la terapia intensiva, adesso Luca è stato trasferito. Segno che le cose, per quanto gravi e di certo da non sottovalutare, vanno migliorando. E pure che presto si potrà disporre il rientro in Italia. “Devo dire la verità – ha raccontato il signor Massimo all’edizione di Pesaro del Resto del Carlino - l’ho sentito bene anche se aveva ancora la voce affaticata. La cosa importante è che il quadro clinico vada migliorando rapidamente ed è possibile che ora Luca venga trasferito in una clinica attrezzata a Tokyo. Naturalmente viene seguito passo passo dalla Honda. Un’altra cosa positiva è che la Tac ha escluso che ci siano problemi con i legamenti del ginocchio per cui non occorre una operazione: quindi con un periodo di fisioterapia potrà rimettersi in sesto. Ci tengo, però, a smentire on decisione la voce circolata secondo cui Luca rischierebbe la carriera”.
Ci vorrà tempo a riprendersi e su questo non c’è dubbio, ma non c’è dubbio nemmeno sul fatto che Luca Marini continuerà a correre in MotoGP. E viene da chiedersi chi e perchè si sia spinto così in là rispetto a un infortunio che sicuramente è serio, ma non fino a questo punto. Correrà ancora con Honda? Difficile da dire adesso, con un contratto in scadenza e il mercato che è appena entrato nel vivo. Nell’immediato, però, c’è un percorso di riabilitazione che potrebbe non essere brevissimo, con Marini che sicuramente salterà il GP di Aragon nel prossimo fine settimana e quasi certamente anche quello del Mugello tra venti giorni. Nel mezzo, per il pilota di Tavullia, ci sarà il volo di rientro per l’Italia.
“Tra una decina di giorni, forse anche meno – ha detto ancora il padre Massimo - Ho parlato con Stefania (la mamma, ndr) ed anche con la moglie di Luca: stanno aspettando e si stanno coordinando con gli uomini della Honda per capire se raggiungere l’altra parte del mondo. Per il momento non è né sì e nemmeno no, anche se la mia sensazione è che comunque partiranno. Dico questo perché il quadro clinico sta migliorando, tanto che lo hanno anche fatto uscire dal reparto di terapia intensiva. E, da quello che ho capito, si stanno anche restringendo i tempi per un ritorno rapido di Luca in Italia. Si sta parlando di una decina di giorni al massimo, ma potrebbe anche essere una settimana”.
